mercoledì 25 dicembre 2013

AZZECCA IL PRONOSTICO: INTERVISTA AL 1° VINCITORE, GIANVITO VOLPE


La partita da indovinare era Catania-Verona e lui, Gianvito Volpe, appassionato di calcio e di boxe, ha indovinato il risultato esatto (0-0). Eccovi l'intervista esclusiva per Allsportmagazine (solo la prima di una lunga serie) per "AZZECCA IL PRONOSTICO".

Squadra per cui tifi? Motivazioni di questa scelta? "Ho due squadre del cuore: la Juventus e il Taranto. Sarei quello che in curva chiamano “doppio fideista”. Sono juventino da quando sono nato. Il motivo? Banalmente potrei dirti che sono juventino perché mio padre è juventino in famiglia di interisti. In realtà la prima volta che ho visto rotolare un pallone ho gridato “Forza Juve”.
E’ per questo sono juventino. Da bambino la mia stanzetta era tutta bianconera, e lo è ancora (sorride) perché amo quei due colori. La passione per il Taranto è invece più recente, è cominciata nel 2004 con l’era Blasi, è una storia di condivisione, di curva, cori, trasferte, con qualche gioia e tante delusioni."

Da tifoso juventino quali sono gli episodi che ricordi con maggior piacere? "22 maggio 1996, il gol di Ravanelli contro l’Ajax. C’era il maxischermo in piazza, io avevo 12 anni, rimasi con gli amici fino a dopo i calci di rigore. 26 novembre 1996, la Coppa Intercontinentale contro il River Plate, il professor Cantore mi sgamò con la radiolina in classe. E poi ovviamente Juve-Inter del 1998, il 6-1 al San Siro contro il Milan, il famoso 5 maggio, e poi nel 2008 Del Piero che esce tra gli applausi al Bernabeu, il gol di testa di Trezeguet dopo una rovesciata di Alex, e infine lo scudetto del 2012, perché per noi juventini quello è e resta lo scudetto della terza stella."

Da tifoso tarantino invece?" I playoff del 2006 contro il Melfi e il Rende. E tutte le partite in notturna."
 E i momenti che invece ricordi con dispiacere? "Più di tutti il gol in fuorigioco di Mijatovic nella finale di Champions del 1998, e poi ovviamente, la finale di Manchester contro il Milan nel 2003. Ma anche l’esordio contro il Rimini in serie B, da tifoso, non è stato un bel momento. Poi ancora l’infortunio di Del Piero a Udine, e soprattutto il pomeriggio Juve-Atalanta la partita d’addio di Del Piero, impossibile da dimenticare. Ovviamente anche tutti i play off “illusori” del mio Taranto, e la retrocessione in D di due anni fa, non sono stati momenti particolarmente piacevoli."

I calciatori che hai più ammirato? "Primo fra tutti Alessandro Del Piero, bandiera ed esempio per tutti, sia dentro che fuori dal campo. Poi Zinedine Zidane, Andrea Pirlo, Arturo Vidal e Roby Baggio. A Taranto invece Andrea Deflorio, il più forte tra tutti quelli scesi allo Iacovone negli ultimi dieci anni."

Seguì altri sport oltre al calcio? " Il pugilato. E’ come il calcio sulla terra battuta: è autentico. Mio nonno era un appassionato di boxe, io invece ho cominciato a seguire gli incontri solo nel 2008, oggi avremmo potuto guardarli insieme. E’ una disciplina affascinante. Il solo fatto che due si abbraccino dopo essersele date di santa ragione è di per sé straordinario. C’è la cultura del rispetto, una cosa che purtroppo nel calcio moderno manca, se non fosse per il “terzo tempo obbligatorio” dei settori giovanili. Inoltre c'è l’importanza data all’allenamento. Se ti alleni male nel calcio finisce 3-0 per l’altra squadra, se ti alleni male nella boxe sono zigomi rotti e mal di testa."

 Come mai hai detto che finiva zero a zero?"Il Catania veniva da tre sconfitte consecutive e doveva necessariamente tornare a far punti. Dal canto loro anche gli uomini di Mandorlini dovevano prender punti al Massimino per restare agganciati al “sogno” dell’Europa League. Il tridente d’attacco dei siciliani formato da Castro, Leto e Barrientos non mi sembra irresistibile, quello scaligero con Iturbe, Toni e Gomez non mi fa impazzire e quindi ho pronosticato il classico pareggio a reti bianche."

Baldo D'Angelo 

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