mercoledì 7 maggio 2014

LA PRIMA VOLTA A SAN SIRO: LE EMOZIONI DI UN DERBY



MILANO, 4 MAGGIO 2014

Fin da ragazzino, avevo sempre sognato di gustarmi una partita dell’Inter in quel famigerato stadio, luogo di grandi sfide, passerella di grandi campioni, posto di successi, in poche parole “la Scala del calcio”. Grazie ai miei amici questo sogno si è coronato, e non in una partita qualsiasi, ma nel derby della Madonnina, la partita per eccellenza di San Siro. 

Ci sono voluti 26 anni ma finalmente ci sono andato, ho visto una partita non emozionante sul campo (vinta dal Milan), ma ho potuto assistere alla magia delle tifoserie, alla passione delle curve, al tifo che vorremmo sempre negli stadi. Interisti e milanisti seduti assieme, che scherzano fra di loro, esultano al gol della propria squadra, inveiscono verso i calciatori, saltano, gridano, ma sempre nel rispetto del vicino, non come quei raccapriccianti scontri di Roma, i cori beceri che ci raccontano di una bruttissima cultura di base, gli striscioni pessimi che sono tutto tranne che inneggianti la propria squadra. 

Le emozioni vissute sono difficili da raccontare ma ci proverò. Dall’esterno assisti a una maestosa struttura che hai visto solo in tv o in fotografia, inizi a tremare, e mentre scatti alcune foto ricordo, pensi a tutto quello che c’è stato dentro. Ti avvicini ai tornelli e capisci che stai per entrarci, e più risali la torre (i nostri biglietti erano al terzo anello rosso. Nostri perché c’era anche mio fratello Giovanni, anche lui alla sua prima volta), e più senti il cuore che batte forte, i primi cori, i primi rumori del campo. Appena finisce la rampa sei li, e dinanzi a te vedi il terreno di gioco, sospiri, e parti alla caccia del tuo posto a sedere. Lo trovi, togli la giacca e resti sbalordito per la visuale. Le due curve, la tribuna stampa appena sotto, quel rettangolo verde ancora vuoto. Alla gara manca poco, i settori si riempiono, partono le musiche d’intrattenimento, le curve cominciano a beccarsi, si accendono le luci. Passano pochi minuti e vedi entrare le squadre per il riscaldamento, provi a riconoscere i tuoi beniamini, li nomini tutti, e sei contento. Scatti foto, registri qualche breve filmato, scruti tutte le magliette di chi ti sta vicino. Caspita, con la mia di Recoba pensavo di essere un folle, e mi ritrovo Arnautovic, Kluivert e persino Ba. Molto simpatici i giapponesi con le maglie di Honda e Nagatomo, e molto curiosa una famiglia del sol levante. Cinque elementi, e tutti con la casacca di Kaka

Le squadre rientrano negli spogliatoi e parte il toto formazione (perché noi italiani siamo un popolo di allenatori), il pronostico, il match winner, il colpo a sorpresa.  Arrivano le 20.45, lo stadio si colora, le curve espongono le coreografie, i team entrano in campo. 

La partita non è stata un granché dal punto di vista dello spettacolo, ma gli occhi erano costantemente distratti dagli ultras che sfoggiavano colori, cori e striscioni anche simpatici. L’unico rammarico, risultato a parte, è stato non poter applaudire Zanetti, capitano di tante battaglie che si ritirerà a fine stagione. 

Concludo dicendovi questo: se siete davvero appassionati, andate a San Siro almeno un volta per guardare un derby o Inter-Juventus o Milan-Juventus, resterete ammaliati dallo spettacolo dell’impianto.

Baldo D’Angelo

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