giovedì 8 maggio 2014

ZANETTI: "E' IL MOMENTO DI SMETTERE"

Ci sono storie divenute leggende, uomini che sfidano il tempo e che infrangono record insormontabili. Tutto questo, e molto altro, è Javier Zanetti, il capitano con la faccia da bravo ragazzo che ha annunciato l’addio al calcio giocato. Bisogna farsene irrimediabilmente una ragione, perché dopotutto, qualunque storia, specialmente nello sport, ha una fine, e questa, un po’ era nell’aria da tempo a seguito di presenze decimate e prestazioni affaticate.

“Sento che è arrivato il momento”, chiarisce Zanetti. “Dopo la rottura del tendine d’Achille volevo dimostrare di essere in grado di tornare. Ce l’ho fatta, mi sento completo e realizzato. A 41 anni posso dire che il calcio mi ha dato tantissimo, e io mi sono goduto ogni momento”.

Diciannove campionati, 616 presenze e 12 reti in Serie A. Undici trofei vinti, tutti con la maglia dell’Inter.
Tante vittorie, ma anche 15 anni di amarezze scacciati via in una sola stagione, dove alzò al cielo tutto ciò che si poteva vincere. Un all-in pazzesco.

Pensare che, quando il 18 luglio 1995 arrivò in ritiro a Cavalese, si presentò solo e con una busta della spesa: ad attenderlo c’erano soltanto due giornalisti. Zanetti ne ha fatta di strada: acquistato per fare da riserva, è poi diventato una bandiera, e questo, Bergomi lo capì fin da subito: “Primissimo allenamento, facciamo possesso palla. Lui non la perde mai, gli resta sempre incollata al piede. Quel giorno pensai che avrebbe fatto la storia dell’Inter”.

Definirlo l’incarnazione dei valori dello sport, non sarebbe affatto un azzardo errato ed  Il Trattore, con la sua tenacia, con un atletismo inumano ed con un attaccamento alla maglia raro a vedersi di questi tempi, piace a tutti, ma proprio tutti.

Adesso siamo arrivati alla fine. Le prossime due partite saranno le ultime con i colori neroazzurri, già domenica contro la Lazio l’ultima a San Siro, lo stadio che più di tutti lo ha visto protagonista. Una prova generale per il match in trasferta contro il Chievo, dove ci sarà l'applauso finale ad un signore del calcio ed un grande uomo che adesso, proverà a fare grande la sua Inter da dietro una scrivania.

Grazie capitano, hai scritto la storia del calcio come pochi. Sarà dura la prossima stagione abituarsi nel non vedere la tua maglia in campo e quella figurina Panini sempre uguale.


Leandro Alfonso

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