giovedì 6 novembre 2014

Ceci e Cardone in coro: «Brescia? Non partiamo battute»



«Non sempre le grandi vincono contro le più piccole».
Lucia Ceci, per proiettarsi alla sfida di Brescia in casa di chi ha il Tricolore stampato sul petto, sfrutta la lunga scia adrenalinica della vittoria numero uno della Pink nella massima serie.
«Ho visto come giocano e sono temibili, ma ogni partita ha la sua storia, la palla è tonda e noi siamo cariche. Un po’ di fortuna ci vuole nel calcio, perché non dovrebbe accompagnare noi?».
«Al solo pensiero di poter fare un gol a Chiara Marchitelli continua il furetto biancorosso non capisco più niente, non so che esultanza farei. Altro che trenino, chiederei il cambio e me ne andrei direttamente dal campo (sorride, ndr)».

I tre punti di sabato scorso, raccolti anche grazie al suo primo gol in Serie A, sono un buon viatico: «Siamo arrivate alla partita col Pordenone dopo quindici giorni di allenamenti intensi, costellati da due ottime amichevoli, nelle quali abbiamo provato il 4-3-3 che forse si addice di più alle nostre caratteristiche. Con questo modulo abbiamo praticamente risolto la gara in partenza. La gioia personale invece me la sentivo, venivo da giornate particolari, volevo dimostrare in primis a me stessa di potermela giocare e avevo bisogno di scaricare la tensione. Nelle prime tre partite di campionato ero sempre stata sostituita e avevo voglia di rivalsa. Anche se non ero in condizioni ottimali sono scesa in campo e ho cercato il gol, che finalmente è arrivato. Sono tanti anni che gioco a calcio, quando ho visto la rete gonfiarsi è stato il momento più bello della mia carriera».
La svolta personale dovuta al nuovo ruolo, figlio di esigenze tattiche: «Ho giocato a destra, la mister ci vuole col piede opposto alla fascia di appartenenza. Nasco come ala sinistra, ho fatto parecchi ruoli, questo non lo avevo mai ricoperto, però perché no? Se serve uso anche il piede destro, basta essere veloci di pensiero e di esecuzione».












Una partita che si aspetta praticamente da sempre no, non può essere come le altre, neanche per una Sfinge come Isabella Cardone. «Essere lì è il sogno di una giocatrice più che di un’allenatrice. Di quando s’inizia e si fantastica di voler vincere in casa dei campioni d’Italia. Ci sarebbe proprio gusto…».
Le bollicine del primo successo in Serie A sono svanite: «Da lunedì abbiamo dimenticato i festeggiamenti e l’opportuna contentezza per la prima vittoria. Abbiamo subito pensato alla prossima tappa del nostro cammino. Dovremo mettere in scena una partita perfetta per dire la nostra su un campo del genere. Ci servirà lo stesso atteggiamento di sabato scorso, non potremo sbagliare. Anzi, occorrerà maggior concentrazione, perché col Pordenone abbiamo commesso errori sia individuali sia collettivi che, contro una formazione così blasonata ed esperta, significherebbero incassare gol sicuri».
«Guai però ammonisce il tecnico barese a sentirci battute in partenza. Se l’Orobica ha preso un punto a Brescia, perché non potremmo riuscirci noi? Vedo bene le ragazze, sono molto concentrate e vogliose di essere protagoniste, questa è l’unica ricetta per la trasferta in Lombardia e per tutto il campionato. Chi non è stata della partita contro le friulane ha voglia di potersela giocare al cospetto delle prime della classe. Spero proprio di fare una bella figura».
La salvezza della Pink passa dal fraseggio: «Se il possesso della palla diventa nostro, subiamo di meno. Abbiamo cercato di inculcare alla rosa questa mentalità. Quando abbiamo un atteggiamento arrendevole, abbassandoci di 15 metri, può succedere che le avversarie trovino il guizzo vincente. Se il pallino è nostro, al contrario, possiamo imporre il nostro gioco. Non era vero che la Pink non sapesse giocare a calcio in A, in parte la manovra ancora non è fluida, possiamo fare ancora meglio. Col Pordenone abbiamo disputato un buon primo tempo, ora non dobbiamo cullarci. Il pensiero è uno: tutti a Brescia».

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