mercoledì 4 marzo 2015

IL REAL PER IL SOCIALE



Oltre al calcio giocato, il Real San Giorgio, ha iniziato una forma di collaborazione con Don Nino Borsci, Direttore della Charitas di Taranto. La società sangiorgese ha dato la disponibilità della struttura e del personale tecnico per poter far svolgere, ai numerosi ragazzi immigrati attualmente sotto la tutela della Charitas, attività sportiva in particolare calcistica. In questo modo la società del Patron La Volpe contribuisce, insieme agli altri organi preposti presenti sul territorio, ad un più veloce inserimento dei ragazzi nell’ambito della struttura sociale anche attraverso il calcio.
Gli accordi, ancora non del tutto affinati, prevederebbero l’uso del terreno di gioco perchè vengano svolte partite di calcio dal puro aspetto ludico. La presenza del personale tecnico favorirà lo svolgimento delle gare da un punto di vista disciplinare e correttivo. Proprio in questo ambito va inserito il volto nuovo della squadra allenata da Mr Marinelli, Momodou Jallow. Attaccante nato il 6 dicembre del 1996 a Brikama in Gambia (stato dell’Africa occidentale) e alla prima esperienza calcistica in Italia ma già mascotte della società. Per chiunque è Momò. Ha fatto subito breccia nell’animo di tutti, è coccolato e seguito attentamente non solo da un punto di vista calcistico, nella fattispecie ci sono dirigenti e calciatori che se ne occupano anche da un punto di vista morale. Domenica scorsa esordio assoluto nella trasferta contro il San Vito con relativi commenti positivi sulla prestazione: energico, volenteroso, leale e intelligente nel non cadere nelle provocazioni altrui. Di religione Musulmana, è un ragazzo giunto in Italia circa sei mesi fa e attualmente residente presso la struttura Casa Famiglia della Charitas al rione Tamburi di Taranto. Insieme a Momò altri due giovani calciatori, uno nato nel 97 e l’altro nel 99, hanno iniziato a calciare palloni nelle fila delle giovanili, con la speranza che si affermino. In conclusione sembra doveroso dire che il calcio modulato in questo senso può diventare un punto di forza notevole della struttura sociale anche in una realtà piccola come quella di San Giorgio e sembra anche doveroso ricordare che tutto questo può e deve essere esteso anche ai nostri figli e nipoti.

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