lunedì 7 aprile 2014

Andrea Pierobon:il nonno del calcio para un rigore a 44 anni

Andrea Pierobon è attualmente il più longevo giocatore in attività nei campionati professionistici italiani. La scorsa settimana ad Avellino è diventato il più anziano calciatore a disputare un match di un campionato professionistico e pazienza se il Cittadella ha perso,pazienza se è sull’orlo della retrocessione in Lega Pro. Ieri contro il Siena in un match delicatissimo con i toscani,che senza la penalizzazione sarebbero secondi in classifica,nonno Pierobon è chiamato in causa per la seconda partita consecutiva a difendere i pali del Citta sostituendo l’infortunato Di Gennaro. La partita termina uno a zero in favore del Cittadella e Pierobon partecipa all’impresa neutralizzando un rigore di Pulzetti al 27’ del primo tempo.
A 44 anni e 9 mesi,Pierobon para un rigore e si sente un ragazzino,battuto anche il record di un veterano come Marco Ballotta.
Il suo segreto? Allenarsi con umiltà senza sentirsi mai arrivati.
Pierobon poi svela alcuni retroscena della sua carriera:ad agosto,prima del match contro l’Inter,Handanovic gli regalò la maglietta e si complimentò per la sua longevità sperando,un giorno,di potere giocare anche lui a quell’età. Pierobon indossò la maglia del campione nerazzurro e corse a festeggiare sotto la curva del Cittadella felice come un bambino.
La settimana scorsa durante una visita di squadra al centro anziani,due suoi compagni di squadra lo presero in giro chiedendogli se aveva già versato la caparra,lui ci rise su.
I suoi idoli sono stati Peruzzi e Sebastiano Rossi,sull’emergente Scuffet dice che ha tutte le credenziali per ripercorrere le orme di Buffon,sul fatto che non abbia mai giocato in serie A risponde dicendo che non ha rimpianti e considera il Cittadella il suo mondo.
A chi gli chiede quando ha intenzione di smettere risponde che lo farà quando avrà le motivazioni giuste,a chi gli chiede cosa farà da grande risponde con la più scontata delle risposte. Il preparatore dei portieri. Noi non possiamo far altro che augurargli tutte le soddisfazioni possibili e prenderlo come punto di riferimento per i giovani che un giorno diverranno portieri e soprattutto saranno uomini.
Francesco Guarino

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