giovedì 28 gennaio 2016

Martinelli, la 'colonna' gialloblu

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La numero 4 dell'Upc Tavagnacco parla della stagione della squadra, lei che dal 2001 regge le sorti della difesa friulana
Lei è la colonna portante della difesa gialloblu. Gioca in serie A dal 2001, sempre con indosso la maglia del Tavagnacco. E’ Michela Martinelli, classe 1986, friulana doc nel carattere come nella dedizione. Ne ha viste tante in questi anni, arrivando a un soffio dallo scudetto e mettendop in bacheca due coppe Italia. Ora si gode il buon momento della squadra e, dall’alto della sua esperienza, è pronta a scommettere che il Tavagnacco scalerà ancora qualche posizione in classifica prima della fine della stagione.

Come valuti questa prima parte di Campionato del Tavagnacco?
«L’inizio è stato un po’ stentato, ma ce lo si poteva attendere da un gruppo formato da tante ragazze del settore giovanile e in arrivo da altre squadre. Partita dopo partita siamo migliorate e ora stiamo prendendo consapevolezza dei nostri mezzi. C’è ancora molto lavoro da fare e i margini di miglioramento sono ancora tanti, ma nelle ultime due partite abbiamo espresso un buon gioco».
E alla stagione di Martinelli che voto dai?
«Non mi piace giudicare il mio lavoro. Preferisco siano gli altri a valutare. Da parte mia cerco sempre di dare il massimo e di insegnare il più possibile alle più giovani».
Il Tavagnacco può raggiungere e superare le squadre in testa al Campionato?
«Se giochiamo come abbiamo fatto nelle ultime due partite possiamo sicuramente riprendere le squadre che ci precedono. Anche perché i punti di distacco non sono molti. Chiaro che dipende tutto da noi e dai risultati che sapremo conseguire»
Com’è nata la passione del calcio?
«Fin dalle scuole elementari: ricordo che a ricreazione andavo sempre a giocare a calcio con i maschietti, nonostante le maestre cercassero di dissuadermi essendo l’unica femmina a farlo».
Hai cominciato a giocare nelle giovanili del Tavagnacco 19 anni fa. Poi sei sempre rimasta in Friuli. Rimpianti?
«No, la scelta del Tavagnacco è stata consapevole. All’inizio ho firmato un contratto che mi vincolava fino al compimento dei 25 anni di età. Poi ho scelto di restare e per come sono andate le cose, sono contenta di averlo fatto, perché negli anni abbiamo raggiunto traguardi importanti. Potendo scegliere, forse mi sarebbe piaciuto fare un’esperienza all’estero».
Hai fatto riferimento all’estero. Lì il calcio femminile è molto considerato. Come valuti lo stato di salute del movimento calcistico ‘in rosa’ in Italia?
«Negli ultimi anni è molto migliorato sotto l’aspetto tecnico e tattico, e anche la visibilità data al movimento è aumentata. Però prima di raggiungere i livelli degli altri Paesi europei ci vorrà ancora del tempo».
Un’ultima cosa: hai un giocatore a cui ti sei ispirata nell’arco della tua carriera?
«Può sembrare strano ma mi è sempre piaciuto Billy Costacurta».
Ufficio stampa UPC Tavagnacco

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