mercoledì 18 febbraio 2015

“TIM Donne in Gioco”, parla Antonio Cabrini



Una Piazza del Ferrarese chiassosa, curiosa e appassionata è stata la cornice della prima tappa del tour “TIM Donne in Gioco”.
Il progetto, sostenuto da TIM con la Lega Nazionale Dilettanti per la promozione e lo sviluppo del calcio femminile, è articolato attraverso i valori positivi dello sport più amato anche nella sua declinazione in rosa.
Con un claim inequivocabile: “Il calcio è di chi lo ama”.

La Pink Bari ha fatto gli onori di casa, animando l’evento con dirigenza, staff tecnico e rosa al completo.
Ospite d’eccezione del pomeriggio è stato Antonio Cabrini, attuale Commissario Tecnico della Nazionale femminile italiana.
«Il significato di questo percorso è di poter dare spazio al mondo femminile che si sta avvicinando al calcio, la disciplina in assoluto più popolare e praticata. È un segno importante per il futuro, che possa essere una base di partenza per vedere realizzati diversi progetti su cui la federazione sta puntando. Bari è una delle prime città dove sta prendendo piede il calcio femminile. Conosciamo le difficoltà che il sud Italia ha nell’improntare i programmi calcistici per le bambine. La città invece dimostra la volontà di emergere».
Sono maturi i tempi per vedere una ragazza vestire l’Azzurro dopo il biancorosso?
«Ci sono già delle ragazzine della Pink che giocano nelle nazionali giovanili. È chiaro che devono avere il tempo per poter capire che il calcio per la donna è un momento di passione ma anche di abnegazione, in cui devi dare tutta te stessa. Penso che ci potrà essere l’occasione nel momento in cui verrà fuori una ragazzina interessante».
A che punto è il processo di maturazione del team allenato da Isabella Cardone?
«Non l’ho visto giocare personalmente ma l’hanno analizzato un paio di volte in trasferta i miei collaboratori. È una squadra che è al primo impatto nel campionato di Serie A. Ho conosciuto la mister e la presidentessa Signorile, devo dire che ho riscontrato sia entusiasmo sia la capacità di poter gestire una società femminile in una maniera che può dare grandi risultati per il futuro. Questo è l’aspetto più importante».


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