“Ci spiace per il
pubblico, i giocatori, i tecnici che volevano giocare. Siamo in buona fede, la
strumentazione manuale era stata messa a disposizione degli arbitri”.
Giuffrè appoggiato ai tabelloni pubblicitari, Fanelli e
Leoncavallo che si sfidano in un impari gara da tre punti, il riscaldamento del
Martina che diventa blando col passare del tempo e quel via-vai dal tavolo dei
commissari per capire il da farsi. Istantanee di un derby, Taranto-Martina, che
non c’è stato. Domani, martedì o al più tardi mercoledì, si sapranno le
decisioni del giudice in base al referto arbitrale e alla dichiarazione,
d’urgenza, presentata dal Cus Jonico Basket. Si poteva giocare, anche senza la
strumentazione elettronica del PalaMazzola saltata sul più bello, a pochi
minuti dalla palla a due. Ed invece non lo si è fatto, nonostante
l’attrezzatura “manuale”, palette e segnatempo, fossero lì sul tavolo. Il
giorno dopo, che è quello che precede il verdetto sull’eventuale rinvio o sul
ko a tavolino, il pensiero del presidente del Cus Jonico, Sergio Cosenza va
soprattutto a quella gente, quasi mille persone, che era tornata a gremire gli
spalti del PalaMazzola, andata a casa in un misto di rabbia e delusione,
proprio quella che pervade i sentimenti dei dirigenti, staff tecnico e
giocatori cussini: “Ci dispiace per il pubblico, coloro che, sfidando la
pioggia, anche da Martina, erano venuti per godersi una partita di
pallacanestro, per vedere una sfida storica, il derby della provincia di
Taranto in un campionato di serie B. Ed invece non hanno visto niente. Volevamo
regalare un paio di ore di bel basket, ce l’avremmo messa tutta, come Martina
del resto, per vincere la partita, abbandonare l’ultimo posto in classifica…e
pensare che, come quasi mai quest’anno eravamo con il roster al completo.
Nessuna defezione, nessun acciaccato o influenzato, sembra davvero una
maledizione…”.
Impossibile però non ripercorrere quanto successo in quella
frenetica mezz’ora di attesa prima dell’annullamento della partita: “Posso solo
dire, come abbiamo sottolineato nella dichiarazione spontanea inviata alla
Federazione e alla Lega, che siamo in totale buona fede e che abbiamo fatto di
tutto perché si giocasse. La sera prima la Santa Rita aveva giocato la sua
partita di Serie D (sabato contro Rutigliano, gara spostata per impraticabilità
del PalaFiom, ndr) e tutto aveva funzionato alla perfezione così come durante
il riscaldamento. Mentre il personale del palazzetto cercava di aggiustare i
computer che comandano il tabellone e i display dei 24”, provando anche a
sostituire i terminali stessi, i nostri dirigenti, ognuno per le sue
competenze, da Bruno Fede (addetto agli arbitri, ndr) a Stefano Strusi e
Vincenzo Valentini, hanno provveduto a fornire gli strumenti per la rilevazione
manuale come da regolamento (strumentazione di riserva prevista dalle DOA
2013/14, ndr). Abbiamo trovato una sorta di muro, forse un’incomprensione con
gli arbitri che chiedevano qualcosa comunque di digitale e di elettronico
visibile ad entrambe le squadre. È stata una sconfitta di tutti, al di là di
quelle che saranno le decisioni del giudice”.
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