Quarti di finale a Napoli: match perfetto dell'azzurro che batte lo scozzese Murray 6-3 6-3 6-4. Vince anche l'altoatesino contro il modesto Ward
“Ci metterò la faccia”, aveva promesso il tennista ligure. Ci ha messo anche tanto coraggio, talento e bel gioco per asfaltare il campione di Wimbledon in carica, che in Davis non perdeva addirittura dal 2005. Lo scozzese ha strappato il break in apertura ed è salito fino al 3-1 nel primo set. Poi è cominciato il clamoroso monologo di Fognini: solido in risposta e al servizio, capace di far correre per tutto il campo l’avversario, e di freddarlo con palle corte alternate a violente accelerazioni di diritto. Murray, visibilmente confuso e anche
innervosito dal calore del pubblico di Napoli, ha ceduto 5 game di fila e il primo set. E non si è più ripreso.
Fognini è riuscito ad avere la meglio anche dal punto tattico e psicofisico. Lo scozzese ha provato prima a palleggiare da fondo, poi a venire a rete, infine ad accorciare il più possibile lo scambio. Variazioni sempre e
comunque inutili, che non hanno scombinato i piani di Fognini. Bravo, invece, a resistere a metà del secondo e del terzo set, quando Murray, di pura rabbia e orgoglio del campione ferito, ha spinto a fondo nel
tentativo di conquistare il break e far girare la partita. Ma l’azzurro ha tenuto duro. Sul 5-4 del terzo set e servizio Murray la pressione per lo scozzese si è fatta insostenibile: il terzo match point è stato quello buono per far esplodere l’Arena del Tennis di Napoli.
Lì, sul 2-2, l’inerzia di Italia-Gran Bretagna è scivolata dalla parte degli azzurri. Cancellati in meno di tre ore i rimpianti di quel doppio sciaguratamente regalato da Fognini e Simone Bolelli, alla coppia britannica a Murray-Fleming. Tutto su Andreas Seppi. E l’altoatesino non ha tradito, nonostante si trovi in una fase delicata della carriera. Ci ha messo un po’ a scrollarsi di dosso la tensione, il peso della responsabilità, e la resistenza di Ward, tennista coriaceo ma pur sempre numero 161 del ranking. La partita è durata un set,
il primo, caratterizzato da continui break e contro-break. Vinto questo 6-4, il resto è una formalità, nonostante qualche errore di troppo.
L’Italia, 16 anni dopo l’ultima volta, torna in semifinale di Coppa Davis. Allora, nel 1998, arrivò una storica vittoria negli Stati Uniti e poi la finale persa a Milano contro la Svezia, a causa anche dell’infortunio di Andrea Gaudenzi.
Un credito col destino, magari da riscuotere a settembre. Ci aspetta la vincente di Svizzera-Kazakistan. Verosimilmente la nazionale di Roger Federer e Stanislav Wawrinka, da affrontare in trasferta e su superficie veloce. Sfida quasi proibitiva, ma nel tennis, e con questo Fognini, mai dire mai.
Della giornata di oggi l’Italia conserverà il ricordo di una delle partite più belle della sua storia recente. La consacrazione di Fognini, il top player che è sempre mancato al movimento. E il ritorno fra le prime quattro del tennis mondiale. Per chi ancora ricorda l’umiliazione in Zimbabwe e la retrocessione in Serie C nel 2004, è come sognare ad occhi aperti.
Coppa Davis 2014, dopo 16 anni l'Italia torna in semifinale grazie a Fognini e Seppi - Il Fatto Quotidiano
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