Il cammino delle due formazioni che, dopo la Coppa Italia, si giocano anche
lo scudetto. Il Di Vittorio viaggia verso il prevedibile tutto esaurito per
gara1 di domenica.
Ternana contro Lazio è una sfida affascinante
per vari motivi. Vuoi per le stelle in
campo – due palloni d’oro, Luciléia e Jessiquinha – vuoi per il blasone che
solo i nomi suggeriscono. E poi quell’affascinante duello Brasile (Luciléia,
appunto, Gayardo, Nanà) contro Spagna (Amparo e Patri Jornet), neanche a dirlo
le due squadre che si sono giocate la finale dell’ultimo torneo mondiale di
Ciudad Real e Alcazar, poi portato a
casa dalle verdeoro grazie alla decisiva
Juliana Delgado. Senza dimenticare il tocco argentino di Gimena Blanco e stars
and stripes di Melissa Cary, che aggiunge ulteriore e abbondante qualità a una
Lazio rullo compressore. Ma tutto questo non spaventa la Ternana. È un po’ un
duello ghiaccio contro fuoco. Da una parte l’inesorabile e fredda formazione
biancoceleste, che finora non ha osservato nessuno stop stagionale, solo
vittorie. L’unica formazione capace di mettere in difficoltà Luciléia e socie è
stata il Montesilvano nei famosi quarti di Coppa Italia, quando Itu e socie
abdicarono dalle speranze di vittoria solo ai rigori. Dall’altra la Ternana,
che di vicissitudini in stagione ne ha vissute tante e di vario genere, al
punto da scaldarsi e scottarsi allo stesso tempo. Perché se ormai la Ternana
gioca e ragiona da grande, in passato non sono mancati quegli incidenti di percorso
che nessuno si sarebbe aspettato, ma che alla fine hanno avuto il loro peso
specifico nella crescita che ha portato la formazione umbra a estromettere Statte
e Sinnai nelle F8 di Coppa, capoliste dei gironi C e A. Tutti questi progressi
esponenziali hanno portato la formazione di Simone Pierini a consolidarsi nel
suo habitat naturale, ovvero tra i grandi. Ed ecco questa finale scudetto, la
seconda dopo quella persa in Coppa Italia contro la glaciale Lazio del tecnico
David Calabria. Però questa Ternana è diversa. Ha esperienza e soprattutto
coesione in più, considerando anche che sarà la squadra a giocare più partite
quest’anno: 39 con le due finali, 40
in caso di gara3. La differenza l’hanno fatta le due
vittoriose gare dei preliminari di Coppa Italia contro l’Isolotto, che ha
dovuto nuovamente ammainare bandiera bianca con Amparo e socie. Negli occhi delle
ferelle brilla il fuoco della rivincita, perché se si arriva a questo punto è
perché si vuole raggiungere un obbiettivo. Quell’obbiettivo che i tifosi
ternani conoscono e sognano, tanto da popolare di passione un gremito Di
Vittorio per l’ultima volta quest’anno. Magari salutandolo in maniera
importante.
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