L’esito del Roland Garros 2014 ha riacceso la perniciosa discussione sul GOAT. Trionfando per la nona volta a Parigi, Rafael Nadal ha agganciato Pete Sampras a quota 14 Slam e si è portato ad appena tre lunghezze da Roger Federer.
E allora possiamo (dobbiamo?) tornare a domandarci se lo spagnolo può
effettuare l’aggancio (o magari il sorpasso) sullo svizzero. Chissà cosa
avrà pensato Pete Sampras quando l’ultimo servizio di Novak Djokovic è
finito lungo. Dodici anni fa, quando vinse lo Us Open 2002,
era convinto che il suo primato fosse inarrivabile. Invece sono bastati sette anni a Federer per agganciarlo e superarlo, altri cinque a Nadal per affiancarlo. Sarà parecchio frustrato. Al contrario, Andre Agassi starà ridendo sotto i baffi. Un mesetto fa, intervistato da un giornale di Singapore, consegnò a Nadal la corona del più grande di sempre. “Metto lui al primo posto e Federer al secondo. Lo svizzero si è separato dal resto gruppo per quattro anni. I diretti inseguitori si chiamavano Andy Roddick e Lleyton Hewitt. Al contrario Nadal ha ottenuto i suoi successi contro Federer, Djokovic e Murray. Una vera e propria età dell’oro del tennis. E non ha ancora finito”. Come a volerlo accontentare, il maiorchino si è preso il nono Roland Garros. E le campane hanno ripreso a suonare. In questo articolo non vogliamo infilarci nell’eterna discussione su chi sia il più forte. Ognuno resterà della sua idea, esaltando le proprie argomentazioni e sminuendo quelle altrui. Parleremo di statistiche. I numeri non sono interpretabili e ci regalano verità oggettive. Anche se – come vedremo – anche i dati numerici devono essere accompagnati da un enorme asterisco. Dunque: Nadal può raggiungere Federer? A poche ore dal successo parigino, può sembrare inevitabile. In realtà, è tutt’altro che una certezza. Sembra imbattibile al Roland Garros, negli altri Slam è decisamente vulnerabile. Negli ultimi anni, l’unico Major “veloce” è stato lo Us Open 2013. Cambiando tattica alla fine del secondo set (lo ha rivelato a Pat Cash, che poi ha fatto lo “spione”), fece un capolavoro contro Novak Djokovic. Per trovare l’ultimo successo extra-parigino di Rafa bisogna andare al 2010, sempre allo Us Open, sempre contro Djokovic. Insomma, è tutt’altro che scontato che Rafa continui a vincere a Melbourne, Londra e New York. E il tempo passa per lui, non solo per una capigliatura sempre meno folta, ma anche nei muscoli. Vediamo le quote di Wimbledon: Nadal è “appena” il terzo favorito (la sua vittoria è data a 5.8) alle spalle di Djokovic (2.94) e Murray (5). Sua Maestà Federer segue con 9.2. Gli altri distano anni luce. Insomma, l’anno prossimo sarà il grande favorito per un clamoroso decimo successo a Parigi. Ma altrove sarà sempre più dura.
Nove dei quattordici Slam di Nadal sono arrivati al Roland Garros. I restanti cinque? A parte lo Us Open 2013, gli altri quattro sono racchiusi nel triennio 2008-2010. In quel periodo, Rafa aveva tra i 22 e i 24 anni, più o meno la stessa età che aveva Federer quando intascava un titolo dopo l’altro. Dopo, è molto difficile dominare in questo modo. E Rafa ha appena compiuto 28 anni. La domanda delle domande, dunque, è: quanta benzina c’è ancora nel serbatoio di Nadal? Difficile a dirsi. Di certo, il pieno non è lo stesso di 10 anni fa. Si è visto durante la finale dell’Australian Open, in cui si è fatto la bua alla schiena. Oppure nelle ultime due apparizioni a Wimbledon, fallimentari. Nel 2012 perse da Lukas Rosol al secondo turno, lo scorso anno da Steve Darcis addirittura all’esordio. Ipotizziamo che Rafa giochi ancora cinque anni, fino al 2019. Vorrebbe dire giocare altri 22 Slam. Con Federer fermo a 17 (ma è tutto da vedere: guai escludere un ultimo colpo dello svizzero, magari a Wimbledon), Rafa può vincerne tre? Oggi diremmo di si, ma sono sensazioni dettate dal momento. Se a Wimbledon perderà con un Petzschner qualsiasi, molti cambieranno idea. E’ normale. Ed è difficile mantenere un giudizio equilibrato. L’unico fortino davvero inespugnabile sembra il Roland Garros. Sulla lunga distanza, sulla terra battuta, Nadal è imbattibile. Nemmeno il miglior Djokovic riesce a batterlo. Federer ha perso il treno anni fa (esattamente nei due matchpoint bruciati al Foro Italico nel 2006) e Murray...lasciamo perdere. La buona notizia per Nadal è che da dietro non emerge nessuno. Persino la Spagna, fucina di terraioli, è in grande difficoltà. Tutti i top-players spagnoli hanno più di 26 anni. C’è infatti una viva preoccupazione per il futuro. L’unico “giovane” tra i top-100 è Pablo Carreno Busta, non certo un fenomeno. Svanito il sogno di Carlos Boluda, bruciato dall’appellativo di “Nuovo Nadal”, la Spagna non sembra poter produrre alternative valide sul breve termine. Stesso discorso per l’Argentina. I ricambi credibili sembrano Kei Nishikori, Milos Raonic e Grigor Dimitrov, ma sulla terra prendiamo ancora Nadal. E gli concediamo un altro paio di Roland Garros. Ma altrove? Qui si aprono mille scenari. I nomi appena citati saranno più competitivi, senza dimenticare che Djokovic e Murray hanno un anno in meno di Rafa. In altre parole, vediamo un Rafa a quota 16 Slam, ma il raggiungimento del 17esimo è tutt’altro che scontato. Questa è la visione pessimistica. Ma ce n’è una ottimistica: a Melbourne ha vinto una sola volta, ma ha giocato altre due finali: una l’ha persa per un’incollatura (2012), l’altra per la schiena malandata (2014). A Wimbledon si trova bene: tra il 2006 e il 2011 ha giocato cinque finali di fila (nel 2009 non giocò). Dopo i pasticci delle ultime due edizioni, perchè non riprendere la serie? Lo Us Open, storicamente, era il suo peggior Slam. Eppure, le ultime tre volte che lo ha giocato è sempre arrivato in finale. Cifre da campione. E viene difficile pensare che, dei 18 Slam “rapidi” da qui al 2019 non ne vinca almeno tre. E così, con i due Roland Garros che gli abbiamo “assegnato”, potrebbe chiudere a quota 19. A quel punto sarebbe il più titolato di sempre. Forse il più grande, anche se già immaginiamo l’obiezione dei detrattori, pronti a sottolineare l’enorme (eccessiva?) incidenza parigina nel suo palmares. Questo punto meriterebbe più di una riflessione, ma in questa sede ci eravamo ripromessi di non parlare di GOAT.
Meglio far parlare i numeri. Rafa ha conquistato il suo 14esimo Slam a 28 anni e 5 giorni. Da quando il tennis è diventato “Open”, con il mitico torneo di Bournemouth 1968, si sono giocati 185 tornei del Grande Slam. Di questi, 151 sono stati vinti da un giocatore di età inferiore a quella attuale di Nadal. Significa che soltanto il 18,37% dei tornei sono finiti a un giocatore più anziano. Volendo credere alla statistica, Rafa avrebbe ancora in canna 2,57 Slam (il 18,37% in più rispetto agli attuali 14). In altre parole, sarebbe lì lì, nel limbo tra i 16 della frustrazione e i 17 del (teorico) aggancio a Federer. Lo spagnolo ha abituato ai miracoli, ma andare contro l’età è impossibile. Nella storia, c’è riuscito un solo giocatore. Si chiama Andre Agassi e ha conquistato cinque dei suoi otto Major dopo i 29 anni. Nadal potrebbe dargli un colpo di telefono e farsi spiegare come si fa. Ma non crediamo che le risposte gli sarebbero utili. Rafa non ha sposato una starlette e non ha bruciato anni di carriera prima di mettere la testa a posto. Mettendo un attimo da parte gli Slam, è interessante dare un’occhiata alla classifica dei tornei complessivi. Guida l’eterno Jimmy Connors (ma se date un’occhiata ad alcuni dei suoi 109 titoli resterete stupiti: sono considerati mini-tornei a 4 giocatori!), mentre Roger Federer è in terza posizione a quota 78. Rafa è quinto, insieme a Borg e Sampras, a 64. In questi giorni, i sostenitori di Federer hanno ricordato che il 14esimo Slam dello svizzero arrivò a 27 anni, 10 mesi e 27 giorni. Osservazione plausibile. Ma è onesto ricordare che Roger ha colto il suo 64esimo titolo a Stoccolma 2010, quando aveva 29 anni, 2 mesi e 16 giorni. Significa che Nadal ha un vantaggio di oltre un anno e gli sta già davanti nella classifica dei Masters 1000 (27 contro 21). Questi dati non vogliono dimostrare la superiorità di uno nei confronti dell’altro, ma servono a certificare le possibilità di Rafa di effettuare l’aggancio-sorpasso. Dopo questo mare di numeri, al netto dell’onda emotiva del Roland Garros, la nostra risposta è SI. Si, Rafa può effettuare l’aggancio, forse al Roland Garros 2016. Non significa che succederà di sicuro, ma le basi del palazzo sono solide.
PS. Naturalmente, il numero di trionfi Slam sarà il parametro principale al momento di valutare (e confrontare) le carriere di Roger e Rafa, magari allo scopo di stabilire il GOAT. Ma un informazione completa non può dimenticare due signori australiani che rispondono al nome di Rod Laver e Ken Rosewall. Gli albi d’oro raccontano che hanno vinto rispettivamente 11 e 8 Slam, ma i due passarono professionisti molto prima che il tennis diventasse “Open”. Significa che hanno perso una montagna di occasioni: Laver saltò la bellezza di 20 Slam, Rosewall addirittura 44. Sbirciando l’albo d’oro dei “Pro-Slam”, tornei paralleli dedicati ai professionisti, scopriamo che Laver ne ha vinti otto e Rosewall quindici. Fare paragoni è un esercizio ardito, ma se la distinzione tra dilettanti e professionisti fosse caduta una quindicina d’anni prima, davvero “Muscle” sarebbe andato distante dal vincere 23 Slam? E Laver dall’intascarne 19?
GRANDE SLAM - I PLURIVINCITORI
Roger Federer – 17
Rafael Nadal – 14
Pete Sampras - 14
Roy Emerson - 12
Rod Laver - 11
Bjorn Borg - 11
Bill Tilden - 10
Ken Rosewall - 8
Andre Agassi - 8
Ivan Lendl - 8
Fred Perry - 8
Jimmy Connors - 8
TITOLI NEL CIRCUITO ATP
1 – Jimmy Connors 109
2 – Ivan Lendl 94
3 - Roger Federer 78
4 – John McEnroe 77
5 - Rafael Nadal 64
5 – Pete Sampras 64
5 – Bjorn Borg 64
8 – Guillermo Vilas 62
9 – Andre Agassi 60
10 – Ilie Nastase 57
di Riccardo Bisti
era convinto che il suo primato fosse inarrivabile. Invece sono bastati sette anni a Federer per agganciarlo e superarlo, altri cinque a Nadal per affiancarlo. Sarà parecchio frustrato. Al contrario, Andre Agassi starà ridendo sotto i baffi. Un mesetto fa, intervistato da un giornale di Singapore, consegnò a Nadal la corona del più grande di sempre. “Metto lui al primo posto e Federer al secondo. Lo svizzero si è separato dal resto gruppo per quattro anni. I diretti inseguitori si chiamavano Andy Roddick e Lleyton Hewitt. Al contrario Nadal ha ottenuto i suoi successi contro Federer, Djokovic e Murray. Una vera e propria età dell’oro del tennis. E non ha ancora finito”. Come a volerlo accontentare, il maiorchino si è preso il nono Roland Garros. E le campane hanno ripreso a suonare. In questo articolo non vogliamo infilarci nell’eterna discussione su chi sia il più forte. Ognuno resterà della sua idea, esaltando le proprie argomentazioni e sminuendo quelle altrui. Parleremo di statistiche. I numeri non sono interpretabili e ci regalano verità oggettive. Anche se – come vedremo – anche i dati numerici devono essere accompagnati da un enorme asterisco. Dunque: Nadal può raggiungere Federer? A poche ore dal successo parigino, può sembrare inevitabile. In realtà, è tutt’altro che una certezza. Sembra imbattibile al Roland Garros, negli altri Slam è decisamente vulnerabile. Negli ultimi anni, l’unico Major “veloce” è stato lo Us Open 2013. Cambiando tattica alla fine del secondo set (lo ha rivelato a Pat Cash, che poi ha fatto lo “spione”), fece un capolavoro contro Novak Djokovic. Per trovare l’ultimo successo extra-parigino di Rafa bisogna andare al 2010, sempre allo Us Open, sempre contro Djokovic. Insomma, è tutt’altro che scontato che Rafa continui a vincere a Melbourne, Londra e New York. E il tempo passa per lui, non solo per una capigliatura sempre meno folta, ma anche nei muscoli. Vediamo le quote di Wimbledon: Nadal è “appena” il terzo favorito (la sua vittoria è data a 5.8) alle spalle di Djokovic (2.94) e Murray (5). Sua Maestà Federer segue con 9.2. Gli altri distano anni luce. Insomma, l’anno prossimo sarà il grande favorito per un clamoroso decimo successo a Parigi. Ma altrove sarà sempre più dura.
Nove dei quattordici Slam di Nadal sono arrivati al Roland Garros. I restanti cinque? A parte lo Us Open 2013, gli altri quattro sono racchiusi nel triennio 2008-2010. In quel periodo, Rafa aveva tra i 22 e i 24 anni, più o meno la stessa età che aveva Federer quando intascava un titolo dopo l’altro. Dopo, è molto difficile dominare in questo modo. E Rafa ha appena compiuto 28 anni. La domanda delle domande, dunque, è: quanta benzina c’è ancora nel serbatoio di Nadal? Difficile a dirsi. Di certo, il pieno non è lo stesso di 10 anni fa. Si è visto durante la finale dell’Australian Open, in cui si è fatto la bua alla schiena. Oppure nelle ultime due apparizioni a Wimbledon, fallimentari. Nel 2012 perse da Lukas Rosol al secondo turno, lo scorso anno da Steve Darcis addirittura all’esordio. Ipotizziamo che Rafa giochi ancora cinque anni, fino al 2019. Vorrebbe dire giocare altri 22 Slam. Con Federer fermo a 17 (ma è tutto da vedere: guai escludere un ultimo colpo dello svizzero, magari a Wimbledon), Rafa può vincerne tre? Oggi diremmo di si, ma sono sensazioni dettate dal momento. Se a Wimbledon perderà con un Petzschner qualsiasi, molti cambieranno idea. E’ normale. Ed è difficile mantenere un giudizio equilibrato. L’unico fortino davvero inespugnabile sembra il Roland Garros. Sulla lunga distanza, sulla terra battuta, Nadal è imbattibile. Nemmeno il miglior Djokovic riesce a batterlo. Federer ha perso il treno anni fa (esattamente nei due matchpoint bruciati al Foro Italico nel 2006) e Murray...lasciamo perdere. La buona notizia per Nadal è che da dietro non emerge nessuno. Persino la Spagna, fucina di terraioli, è in grande difficoltà. Tutti i top-players spagnoli hanno più di 26 anni. C’è infatti una viva preoccupazione per il futuro. L’unico “giovane” tra i top-100 è Pablo Carreno Busta, non certo un fenomeno. Svanito il sogno di Carlos Boluda, bruciato dall’appellativo di “Nuovo Nadal”, la Spagna non sembra poter produrre alternative valide sul breve termine. Stesso discorso per l’Argentina. I ricambi credibili sembrano Kei Nishikori, Milos Raonic e Grigor Dimitrov, ma sulla terra prendiamo ancora Nadal. E gli concediamo un altro paio di Roland Garros. Ma altrove? Qui si aprono mille scenari. I nomi appena citati saranno più competitivi, senza dimenticare che Djokovic e Murray hanno un anno in meno di Rafa. In altre parole, vediamo un Rafa a quota 16 Slam, ma il raggiungimento del 17esimo è tutt’altro che scontato. Questa è la visione pessimistica. Ma ce n’è una ottimistica: a Melbourne ha vinto una sola volta, ma ha giocato altre due finali: una l’ha persa per un’incollatura (2012), l’altra per la schiena malandata (2014). A Wimbledon si trova bene: tra il 2006 e il 2011 ha giocato cinque finali di fila (nel 2009 non giocò). Dopo i pasticci delle ultime due edizioni, perchè non riprendere la serie? Lo Us Open, storicamente, era il suo peggior Slam. Eppure, le ultime tre volte che lo ha giocato è sempre arrivato in finale. Cifre da campione. E viene difficile pensare che, dei 18 Slam “rapidi” da qui al 2019 non ne vinca almeno tre. E così, con i due Roland Garros che gli abbiamo “assegnato”, potrebbe chiudere a quota 19. A quel punto sarebbe il più titolato di sempre. Forse il più grande, anche se già immaginiamo l’obiezione dei detrattori, pronti a sottolineare l’enorme (eccessiva?) incidenza parigina nel suo palmares. Questo punto meriterebbe più di una riflessione, ma in questa sede ci eravamo ripromessi di non parlare di GOAT.
Meglio far parlare i numeri. Rafa ha conquistato il suo 14esimo Slam a 28 anni e 5 giorni. Da quando il tennis è diventato “Open”, con il mitico torneo di Bournemouth 1968, si sono giocati 185 tornei del Grande Slam. Di questi, 151 sono stati vinti da un giocatore di età inferiore a quella attuale di Nadal. Significa che soltanto il 18,37% dei tornei sono finiti a un giocatore più anziano. Volendo credere alla statistica, Rafa avrebbe ancora in canna 2,57 Slam (il 18,37% in più rispetto agli attuali 14). In altre parole, sarebbe lì lì, nel limbo tra i 16 della frustrazione e i 17 del (teorico) aggancio a Federer. Lo spagnolo ha abituato ai miracoli, ma andare contro l’età è impossibile. Nella storia, c’è riuscito un solo giocatore. Si chiama Andre Agassi e ha conquistato cinque dei suoi otto Major dopo i 29 anni. Nadal potrebbe dargli un colpo di telefono e farsi spiegare come si fa. Ma non crediamo che le risposte gli sarebbero utili. Rafa non ha sposato una starlette e non ha bruciato anni di carriera prima di mettere la testa a posto. Mettendo un attimo da parte gli Slam, è interessante dare un’occhiata alla classifica dei tornei complessivi. Guida l’eterno Jimmy Connors (ma se date un’occhiata ad alcuni dei suoi 109 titoli resterete stupiti: sono considerati mini-tornei a 4 giocatori!), mentre Roger Federer è in terza posizione a quota 78. Rafa è quinto, insieme a Borg e Sampras, a 64. In questi giorni, i sostenitori di Federer hanno ricordato che il 14esimo Slam dello svizzero arrivò a 27 anni, 10 mesi e 27 giorni. Osservazione plausibile. Ma è onesto ricordare che Roger ha colto il suo 64esimo titolo a Stoccolma 2010, quando aveva 29 anni, 2 mesi e 16 giorni. Significa che Nadal ha un vantaggio di oltre un anno e gli sta già davanti nella classifica dei Masters 1000 (27 contro 21). Questi dati non vogliono dimostrare la superiorità di uno nei confronti dell’altro, ma servono a certificare le possibilità di Rafa di effettuare l’aggancio-sorpasso. Dopo questo mare di numeri, al netto dell’onda emotiva del Roland Garros, la nostra risposta è SI. Si, Rafa può effettuare l’aggancio, forse al Roland Garros 2016. Non significa che succederà di sicuro, ma le basi del palazzo sono solide.
PS. Naturalmente, il numero di trionfi Slam sarà il parametro principale al momento di valutare (e confrontare) le carriere di Roger e Rafa, magari allo scopo di stabilire il GOAT. Ma un informazione completa non può dimenticare due signori australiani che rispondono al nome di Rod Laver e Ken Rosewall. Gli albi d’oro raccontano che hanno vinto rispettivamente 11 e 8 Slam, ma i due passarono professionisti molto prima che il tennis diventasse “Open”. Significa che hanno perso una montagna di occasioni: Laver saltò la bellezza di 20 Slam, Rosewall addirittura 44. Sbirciando l’albo d’oro dei “Pro-Slam”, tornei paralleli dedicati ai professionisti, scopriamo che Laver ne ha vinti otto e Rosewall quindici. Fare paragoni è un esercizio ardito, ma se la distinzione tra dilettanti e professionisti fosse caduta una quindicina d’anni prima, davvero “Muscle” sarebbe andato distante dal vincere 23 Slam? E Laver dall’intascarne 19?
GRANDE SLAM - I PLURIVINCITORI
Roger Federer – 17
Rafael Nadal – 14
Pete Sampras - 14
Roy Emerson - 12
Rod Laver - 11
Bjorn Borg - 11
Bill Tilden - 10
Ken Rosewall - 8
Andre Agassi - 8
Ivan Lendl - 8
Fred Perry - 8
Jimmy Connors - 8
TITOLI NEL CIRCUITO ATP
1 – Jimmy Connors 109
2 – Ivan Lendl 94
3 - Roger Federer 78
4 – John McEnroe 77
5 - Rafael Nadal 64
5 – Pete Sampras 64
5 – Bjorn Borg 64
8 – Guillermo Vilas 62
9 – Andre Agassi 60
10 – Ilie Nastase 57
di Riccardo Bisti
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