Sembrava essere una favola senza
fine quella della Spagna, capace di poter inanellare successi in sovrumana
ripetizione. Quel possesso palla prolungato, esasperato, ma bello a vedersi, è
stato il marchio di fabbrica di una squadra straordinaria, capace di vincere in
sei anni un Mondiale e due Europei, ma che adesso, ha concluso il suo corso. Fame
di vittorie esaurita, giocatori che hanno fatto da semplici comparse, scelte
unidirezionali del tecnico, i motivi del fallimento possono essere tanti, ma
forse strettamente riconducibili alla fine della liaison tra Guardiola e il Barcellona. Si, perché era la leggendaria
squadra catalana il motore di questa Spagna, inutile nasconderlo. Alcune partite
della nazionale iberica hanno visto ben 7 giocatori su 11 appartenenti alla
squadra allenata da Pep. La sua dipartita dunque, ha spostato equilibri non
solo a livello di club.
Ora, occorre cambiare. Del Bosque
ha finito il suo percorso, è stato bravo (così come Aragones) a gestire questa
squadra e gli vanno attribuiti tanti meriti. Chi gli succederà dovrà in primo
luogo avere visioni più ampie nella scelta dei giocatori, dando spazio a gente
come Callejon, Borja Valero o Llorente. Poi, non bisognerà rifornirsi più quasi
esclusivamente da un unico club, anche perché il Barcellona è in piena rivoluzione
ed il Real, seppur vincitore di Champions, ha un alto numero di stranieri. Sarà
necessario tenere d’occhio l’Atletico, il Siviglia ed il Valencia che sono in
netta crescita.
Comincia l’anno zero: la fine di un ciclo ed il consequenziale inizio
di un nuovo percorso per la reconquista del mondo del pallone.
Leandro Alfonso
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