Il calcio in Italia è una cosa seria, è lo
sport nazionale, è praticato da una persona su tre circa, viene vissuto in modo
morboso, è argomento di accesi dibattiti a qualsiasi livello, ogni
bambino/ragazzo italiano (ma anche nel mondo) sogna di diventare calciatore
come è giusto che sia. I ragazzi hanno il diritto di sognare e noi grandi
abbiamo il dovere di lasciarli fare ma
soprattutto dobbiamo aiutarli affinchè
il loro sport preferito sia la loro gioia e il loro divertimento. Che bel mondo
sarebbe, quello del calcio, se tutto fosse improntato sulla crescita
sportivo/sociale del bambino/ragazzo, insegnandogli la tecnica individuale, la
tattica, insegnandogli a perdere, a vincere, a stare con gli altri condividendo
i momenti belli e quelli meno belli, a rispettare i compagni, l’allenatore e il
pubblico. Che bel mondo sarebbe se a partire dalle scuole calcio e dai settori
giovanili non ci fossero i grandi che vendono sogni e genitori che li comprano,
che bello sarebbe se tutti lasciassero andare le cose come devono facendo
sbocciare le rose per quello che sono. Non è tutto oro quello che luccica e noi
grandi dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a scegliere il giusto, magari il meno
bello, il più sacrificato ma il giusto. Il sig. Fabio Ancona, responsabile del
settore giovanile del Real San Giorgio, punto di riferimento del progetto
societario sui giovani, dice –qui da noi i ragazzi devono crescere
calcisticamente e socialmente nel rispetto delle regole, nel rispetto dei
compagni con l’intento di migliorarsi e dimostrare il proprio valore per giocare
con pieno diritto nella juniores ed aspirare al posto in prima squadra,
obiettivi che non devono essere promessi da nessuno ma conquistati da tutti–.
Appare abbastanza deciso il sig. Ancona nell’esporre il concetto e ne ha ben
donde visto che si è soliti illudere i ragazzi con promesse difficili da
mantenere. –Anche noi qui a San Giorgio potremmo promettere ma non è nel nostro
stile, vogliamo creare un gruppo di ragazzi che si diverta e che sappia giocare
al calcio, vogliamo fare le cose con estrema trasparenza e lealtà consapevoli
delle nostre capacità tutelando l’integrità sportiva e morale di ognuno, e poi
molto spesso è meglio una verità scomoda che una bella bugia–, parole
secche e inequivocabili da parte del responsabile del settore giovanile jonico
che devono far riflettere ognuno di noi e stimolarci a cercare, nel nostro
piccolo, le soluzioni per migliorare questo splendido mondo che corre dietro ad
un pallone: il calcio.
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