Dopo la sorprendente annata della sua juniores, che oltre ad essersi piazzata al secondo posto nel suo campionato, ha ottenuto una meritata salvezza in prima categoria, abbiamo incontrato mister Russo per farci raccontare il suo pensiero proprio sul suo team, sia in ambito juniores che in prima squadra...e non solo!
Considerando il secondo posto finale e tenendo presente che la sua juniores ad un certo punto della stagione era a -1 dalla vetta, sa dirci come mai la sua squadra non ha vinto il campionato?
"I motivi principali sono la mancanza di costanza di risultati e i troppi allenamenti settimanali a causa dell'ulteriore impegno in prima squadra, a differenza della Sudest che magari non ha avuto questo tipo di problemi".
Qual è stato il punto più basso della stagione e quale invece quello più alto?
"Il momento peggiore è stato senza dubbio la sconfitta interna contro la Sudest, perché era inaspettata e nella giornata precedente, nella gara contro il Palagiano, non ci avevano dato un'ottima impressione. Potessimo rigiocare la sfida altre quattro o cinque volte, sono sicuro che non ci batterebbero più.
I momenti migliori invece sono le varie vittorie in rimonta, come quella sull'Hellas Taranto per 4-2, che hanno reso il gruppo più solido ed in grado di togliersi soddisfazioni anche in prima squadra, come nel match contro la capolista Pezze, un altro bel momento della stagione, quando gli juniores disputarono una partita eccellente, soprattutto Stano che mi impressionò molto".
Avendo sperimentato vari moduli e schemi di gioco, a suo parere, con quale metodo la sua squadra si è espressa meglio?
"Partiamo dal fatto che il modulo è dettato dalle esigenze tattiche del momento, anche se il modulo di partenza dovrebbe essere il 3-5-2. A partita in corso poi, la storia cambia, soprattutto in base all'andamento della gara. Ho dovuto rinunciare al modulo con la mezzapunta dopo i problemi a Loforese, che alzava di gran lunga il tasso tecnico della squadra".
Il fatto di sostenere il doppio impegno, con i pari eta al sabato e con la prima squadra la domenica, è un fattore positivo o negativo?
"Indubbiamente può diventare un aspetto negativo se si punta a vincere il campionato juniores, contrariamente diventa un fattore positivo pensando agli obiettivi da raggiungere con la prima squadra. Se dovessi sbilanciarmi, direi che nel nostro caso, emergono di più i fattori positivi".
Considerando i diversi risultati di due squadre dall'ottimo tasso tecnico, descriva in tre parole sia la juniores di due anni fa che quella allenata in questa stagione.
"La squadra di due anni fa per me si rappresenta con: testa, cuore e sacrificio. Mentre quella di quest'anno tecnica, ambiziosa e un po' superficiale."
Sotto il profilo morale, lei preferisce allenare una squadra con ambizioni di classifica o una squadra con obiettivi di crescita e formazione calcistica?
"Una squadra come quella del primo tipo non sarebbe male, nel secondo esempio ci vogliono tante motivazioni e bisognerebbe saper assorbire le sconfitte.
Essendomi trovato in entrambe le situazioni, non ho trovato grandi differenze tra le due realtà, certamente costruire da zero è più ambizioso e bello quando si arriva a determinati risultati, poiché a tutti piace " il piatto pronto"".
Secondo lei, come è possibile cambiare le sorti di una società, come quella del Ginosa, che in passato era abituata a ben altri traguardi e categorie?
"Il problema serio delle società dilettantistiche è la crisi generale. Secondo me bisognerebbe unire forze e finanze puntando da un settore giovanile unificato, in modo tale da avere una buona selezione giovanile e una prima squadra che può affrontare al meglio le difficoltà che questo campionato prospettano".
Secondo il suo parere, come mai il popolo ginosino si astiene dal sostenere la squadra nonostante una struttura non indifferente e una passato glorioso?
"Il problema fondamentale verte sulle scarse ambizioni calcistiche del momento, poiché se queste un giorno cambiassero, la gente sarebbe disposta anche a rinunciare ad una partita di Serie A in TV".
Per chiudere, la domanda sorge spontanea: quale scenario si prospetta nel futuro di Francesco Russo?
"Sono aperto a qualsiasi tipo di scenario, l'importante è che alle base ci sia un progetto serio, anche se non è detto che io possa andar via dalla società A.S. Ginosa, non escludendo allo stesso tempo un'avventura fuori dalla mia città".
Ringraziamo il tecnico per la simpatia e la disponibilità ricevuta e le auguriamo tanta fortuna per la sua prossima esperienza, ovunque essa sia.
Luca Ricciardi
Antonello Dragone
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