giovedì 18 giugno 2015

NBA - WARRIORS CAMPIONI DOPO 40 ANNI

Dopo 40 anni dall’ultima vittoria di un titolo, i Golden State Warriors tornano sul tetto della Nba. Troppi Warriors per i Cavaliers di Lebron James che si arrende a Curry e compagni in 6 partite. Gara 6, disputatasi alla Quicken Loans Arena di Cleveland, fa da palcoscenico alla fantastica banda orchestrata da Steve Kerr, coach al primo anno e subito vincente. Una squadra, questa, che ha saputo superare più di un momento difficile durante i playoff, l’ultimo proprio con i Cavs, quando dopo 3 partite, era sotto 2-1. Poi sono tornati alto ritmo e il tiro dall’arco senza eguali, che hanno ridato linfa e consapevolezza alla squadra di Oakland, che può tornare in California con il secondo trofeo della sua storia. Mvp delle Finals un
inaspettato, ma neanche tanto, Andre Iguodala. Capace di limitare Lebron James, quanto possibile, l’ex Denver e Phila ha cambiato le sorti della serie, scalando da panchinaro di lusso a titolare inamovibile, a discapito di Bogut, uscito dalle rotazioni nelle ultime 3 partite (tutte vinte da Golden State). Più di un encomio merita però il giocatore più forte del mondo: Lebron James. Quasi da solo, senza voler offendere nessun Cavs, ha tenuto in gioco una squadra martoriata dagli infortuni, con prestazioni pazzesche, che quasi gli regalavano una tripla doppia di media. Magra consolazione per lui che è tornato a Cleveland per vincere il titolo mai agguantato in quella che definisce “la sua casa”.
 LA PARTITA – Coach Kerr e Coach Blatt si presentano ai nastri di partenza con gli stessi 10 di gara 5. Kerr punta ancora su Green centro anomalo e conferma Iguodala in quintetto. Blatt non modifica nulla, anche perchè il suo parco giocatori è troppo limitato per fare dei cambi. L’inizio dei Cavs non è affatto incoraggiante. Forse presi dalla pressione del dentro o fuori, perdono 9 palle solo nel primo quarto, regalando a Curry e soci la possibilità di correre in contropiede. Anche James parte in sordina e qualche tifoso Cavs già sente aria di serie finita. Curry ne approfitta più di tutti e trova 13 dei primi 15 punti dei suoi, che a meta prima frazione sono già avanti di 8 (15-7). David Blatt allora, che stavolta lascia Mozgov in campo per molti minuti rispetto a gara 5, punta sul raddoppio su Curry, lasciando sempre solo Iguodala, che però punisce dalla media senza troppi problemi. Il prImo quarto si chiude avanti di 13 per Golden State, che sembra avere già in pugno la partita. Il secondo quarto però accende il match e ridà vita ai tifosi di casa. Un altra squadra quella di James e compagni, che nonostante qualche altra persa, tengono i Warriors a soli 17 punti nel quarto. Mozgov in attacco sfrutta i numerosi miss match concessi, e James comincia a segnare con una certa frequenza. All’intervallo sarà già a quota 15, con in più 8 rimbalzi e 3 assist. Sotto solo di due, Cleveland è ancora in partita nonostante le medie al tiro pessimo e troppe palle perse, già in doppia cifra a metà. 43-45 per i Warriors prima dell’intervallo lungo.

PIOGGIA DI TRIPLE SUI CAVS – Il terzo quarto inizia con un mini parziali di 4-0 dei Cavs, che si trovano avanti (47-45). Ma è un fuoco di paglia: Lebron e soci sembrano essere sempre più stanchi e con il passare del tempo diminuisce anche la lucidita. I Warriors capiscono che è il momento di allungare e con un parziale di 16-4 raggiunono la prima doppia cifra di vantaggio (61-51). I protagonisti del terzo quarto in casa Golden State sono tanti. Ezeli, per quei pochi minuti visti in campo, è un pericolo sotto le plance e un protettore del ferro nella metà campo difensiva. Poi c’è Livingston, autore di una prova sontuosa in cui sbaglia davvore poco. Infine, escludendo Thompson per problemi di falli, Cleveland aveva di fronte Curry, Green e Iguodala, che insieme confezionano una prestazione da urlo. La frazione si chiude col punteggio di 73-61. Cavs che non mostrano le facce e soprattutto l’energia giusta per provarci ancora. Eppure c’è ancora qualcosa in fondo ai Cavs, che puo regalare qualche speranza. James e Thompson segnano quasi ogni azione, ma quello che succede dall’altra parte del campo è assolutamente irrealistico. 5 e dico 5 bombe di fila per i Warriors, che non potevano trovare un modo migliore per distruggere la fiducia Cavs. Due Iguidala, una Thompson e due Curry per il più 16 (89-74), che resterà il massimo vantaggio fino alla fine. Piano piano un po’ tutto l’ambiente capisce che c’è poco da fare e qualche giocata personale ancora di James o di Smith, o il tentato hack a Andre su Iguodala, servono solo a limitare i danni. Nel finale però, Cleveland e soprattutto JR Smith, mostrano che vogliono provare il miracolo. Sul meno 12 a 1:20 secondi dalla fine, JR Smith piazza la prima di 3 triple consecutive (la terza incredibile), che porta i Cavs sul meno 6. James però sbaglia una tripla comoda per il meno 4 e a 10 secondi dalla fine la vittoria è ormai cosa fatta per i Warriors. Lebron esce per prendersi la meritata standing ovation, salutando tutta la panchina avversari prima di sedersi in panca. Chiude la partita con 32 punti, 18 rimbalzi e 9 assist. Il cronometro scade sull’errore ancora di Smith e parte la festa Gialloblu. Arrivano anche le immagini da Ockland, dove nell’Oracle Arena i tifosi si sono organizzati per seguire questa gara 6 col maxi-scermo. StephCurry, con 25 punti più 6 rimbalzi e 8 assist, Draymond Green con la tripla doppia da 16+11+10 e Andre Iguodala (25 putni), sono gli assoluti protagonsti della gara e probabilmente della serie. Il titolo del miglior giocatore delle Finals finisce infatti a chi ha dato di più forse in entrambe le fasi di gioco, senza pause, dimostrando di meritarsi il titolo che farà comunque discutere, Andre Iguodala.
Cleveland: James 32 (11/23 da due, 2/10 da tre, 4/8 ai tl), Smith 19. Rimbalzi: James 18. Assist: James 8.
Golden State: Iguodala 25 (6/12 da due, 3/8 da tre, 4/10), Curry. Rimbalzi. Green 11. Assist: Green 11.


FONTE MAIDIRECALCIO.COME

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