Al
fischio finale verrebbe da dire che peccato, anche se alla vigilia sarebbe
stato atto di presunzione solo pensarlo. Eppure, il pareggio per due a due va
strettissimo alla Ternana che per tre volte a tu per tu con il portiere
avversario poteva chiudere il match e forse anche il discorso qualificazione.
Certo è che con un “Pala Di Vittorio” così è anche difficile che chi sta in campo
non ne tragga grande forza e sfoderi qualcosa di mai visto in questo 2016.
A
lezione di tifo: coreografia da mozzafiato con un “Crediamoci” enorme con tutte
le protagoniste intorno, torce che producevano bagliori al centro della tribuna
e “l'inferno” creato nel secondo tempo quando cori e tamburi hanno fatto
letteralmente tremare i piloni in cemento del palazzetto. Sotto pressione anche
gli arbitri che nel primo tempo qualcosina l’hanno sbagliata soprattutto nelle
ammonizioni, ma che poi hanno tenuto benissimo in mano l’inferno dantesco
creato dai tifosi rossoverdi. Finisce tra gli applausi ovviamente per una
squadra, quella rossoverde, che ha ritrovato lo smalto di un tempo ma soprattutto
l’orgoglio di essere Ternana e di non permettere al primo che passa di provare
a scucire quel triangolino tricolore ancora ben saldo sulle maglie delle
Ferelle.
Dopo
il folklore, la gente e la passione viene il futsal: quello che ha visto una
Lazio troppo dipendente dai lampi di Luciléia e quello di una Ternana che non
ha visto brillare Neka (ancora a secco) ma che ha visto una squadra compatta e
grintosa nel difendere e poi ripartire. Nelle ripartenza qualcosa è mancato
alle Ferelle che potevano almeno mettere a segno due gol su tre azioni nitide
sotto porta: due clamorose con Neka e Azevedo, mattatrice di giornata e che
sembra indossare la maglia rossoverde da una vita. Prova suntuosa ancora una
volta di Guti che da centrale fa tutto: canta e porta la croce come neanche
fosse il suo ruolo naturale quando non lo è proprio. Ci mette l’anima, il cuore
e anche quello che non ha pur di difendere e neutralizzare gli attacchi
laziali. Ottima prova anche di Gomez che nel suo andirivieni in velocità a
messo in crisi tante volte la difesa laziale, peccato non abbia trovato il gol
perché lo avrebbe meritato. Risposte importanti anche da Donati che non si è
fatta per nulla intimidire dalla numero 10 biancoceleste e compagne e che ha
sfoggiato una grande sicurezza anche palla al piede. E poi la doppietta di
Azevedo: ‘Zorro’ firma due gol d’autore che fanno rimontare il risultato, ma
non solo. La quantità è tanta e soprattutto la lusitana non sbaglia mai un
intervento né un passaggio, quasi come si sdoppiasse. L’unico neo di giornata è
il probabile infortunio di Bisognin che fino al momento della banale storta
rimediata alla caviglia aveva macinato gioco e innalzato un muro ben alto in
difesa. Si spera solo in una contusione e nulla più. Adesso il ritorno a
Colleferro domenica alle 20.30: partita da dentro o fuori,
come una finale, l'ennesima tra la Lazio e Ternana.
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