L’avv. Michele
Coda ha curato il ricorso contro lo 0-20 a tavolino del derby: “Fatto il
possibile. Era impossibile ottenere la ripetizione della partita. Giustizia
chiusa a riccio”.
Misto di rabbia e delusione. Il Cus Jonico Basket Taranto
non riesce a mandare giù il verdetto della giustizia sportiva della FIP che
prima ha inferto lo 0-20 a tavolino nella gara con Martina, per le note vicende
della strumentazione al PalaMazzola, e poi ha rigettato il ricorso presentato
dal sodalizio rossoblu. Un bene che quella rabbia sia stata tradotta in energia
positiva, usando le parole di coach Leale, da Sarli e compagni sul campo di
Venafro, espugnato domenica scorsa. Un male che la giustizia si sia dimostrata
cieca anche dinanzi all’evidenza delle testimonianze, delle foto e dei video
prodotti su una controversa decisione degli arbitri, del derby del 2 febbraio
scorso, che hanno ignorato la strumentazione manuale messa a disposizione dal
Cus non facendo giocare la partita e di fatto, referto alla mano dopo,
decretando la sconfitta a tavolino di Taranto.
Ma al di là di quanto successo la battaglia, legale e non
solo, del Cus Jonico vuole continuare analizzando le pieghe della giustizia
sportiva. L’avvocato Michele Coda, ex giocatore anche del Cus Jonico, ha
perorato la causa rossoblu ed il suo commento evidenzia l’impossibilità di
sovvertire gli ordini costituiti: “Abbiamo fatto davvero di tutto, o almeno
quello che è consentito ad una società in sede di ricorso, purtroppo ben poco
rispetto a quanto quasi mille persone hanno potuto vedere al palazzetto quella
domenica. C’erano le dichiarazione scritte dei dirigenti, le foto del tavolo
degli arbitri complete della strumentazione manuale. Avevamo messo a
disposizione anche un articolo dell’inviato di martinasera.com che, con grande
onestà sportiva, ammetteva l’esistenza di palette e cronometri manuali. I
filmati no, purtroppo quelli vengono presi in considerazione solo in caso di
gravi atti di violenza”. E qui già la prima lacuna di una giustizia sportiva
che “è un po’ particolare – prosegue l’avvocato – perché deve essere veloce,
nell’arco di 24/48 ore e soprattutto mira a tutelare il proprio ordinamento che
si basa sulla veridicità del referto arbitrale. Dove c’era scritto che la
strumentazione sostitutiva era assente o insufficiente”. Insomma gli arbitri
hanno sempre ragione a me che siano loro stessi ad ammettere l’errore “tecnico”
nel proprio referto ma non è stato questo il caso sebbene più di qualche dubbio
rimanga. Il Cus Jonico, come confermato dal presidente Sergio Cosenza e dal
dirigente responsabile Roberto Conversano, continueranno quindi a dare
battaglia su questo fronte sperando che innanzitutto il duo arbitrale e i tre
ufficiali al tavolo di quella maledetta partita non siano più designati con
Taranto.
E intanto in vista di Cus Jonico-Agropoli di domenica 9
febbraio, ore 18 al PalaMazzola, la società cussina chiama a raccolta il
pubblico di Taranto per stare vicini ai ragazzi di coach Leale reduci dal
ritorno al successo di Venafro: è possibile acquistare i biglietti per la
partita contro la formazione recente protagonista delle finali Adecco Cup:
intero a 4 euro, ridotto 2 (studenti under 18, over 65) acquistabili c/o la
struttura di via Venezia ma anche presso la tabaccheria D’Andria in via Plateja
12.
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