MILANO, 4 MAGGIO 2014
Fin da ragazzino, avevo sempre
sognato di gustarmi una partita dell’Inter in quel famigerato stadio, luogo di
grandi sfide, passerella di grandi campioni, posto di successi, in poche parole
“la Scala del calcio”. Grazie ai miei amici questo sogno si è coronato, e non
in una partita qualsiasi, ma nel derby
della Madonnina, la partita per eccellenza di San Siro.
Ci sono voluti 26
anni ma finalmente ci sono andato, ho visto una partita non emozionante sul
campo (vinta dal Milan), ma ho potuto assistere alla magia delle tifoserie,
alla passione delle curve, al tifo che vorremmo sempre negli stadi. Interisti
e milanisti seduti assieme, che scherzano fra di loro, esultano al gol
della propria squadra, inveiscono verso i calciatori, saltano, gridano, ma
sempre nel rispetto del vicino, non come quei raccapriccianti scontri di Roma,
i cori beceri che ci raccontano di una bruttissima cultura di base, gli striscioni
pessimi che sono tutto tranne che inneggianti la propria squadra.
Le emozioni vissute sono
difficili da raccontare ma ci proverò. Dall’esterno assisti a una maestosa
struttura che hai visto solo in tv o in fotografia, inizi a tremare, e mentre
scatti alcune foto ricordo, pensi a tutto quello che c’è stato dentro. Ti avvicini
ai tornelli e capisci che stai per entrarci, e più risali la torre (i nostri
biglietti erano al terzo anello rosso. Nostri perché c’era anche mio fratello
Giovanni, anche lui alla sua prima volta), e più senti il cuore che batte
forte, i primi cori, i primi rumori del campo. Appena finisce la rampa sei li,
e dinanzi a te vedi il terreno di gioco, sospiri, e parti alla caccia del tuo posto
a sedere. Lo trovi, togli la giacca e resti sbalordito per la visuale. Le due
curve, la tribuna stampa appena sotto, quel rettangolo verde ancora vuoto. Alla
gara manca poco, i settori si riempiono, partono le musiche d’intrattenimento,
le curve cominciano a beccarsi, si accendono le luci. Passano pochi minuti e
vedi entrare le squadre per il riscaldamento, provi a riconoscere i tuoi
beniamini, li nomini tutti, e sei contento. Scatti foto, registri qualche breve
filmato, scruti tutte le magliette di chi ti sta vicino. Caspita, con la mia di
Recoba pensavo di essere un folle, e mi ritrovo Arnautovic, Kluivert e persino
Ba. Molto simpatici i giapponesi con le maglie di Honda e Nagatomo, e molto
curiosa una famiglia del sol levante. Cinque elementi, e tutti con la casacca
di Kaka.
Le squadre rientrano negli
spogliatoi e parte il toto formazione (perché noi italiani siamo un popolo di
allenatori), il pronostico, il match winner, il colpo a sorpresa. Arrivano le 20.45, lo stadio si colora, le
curve espongono le coreografie, i team entrano in campo.
La partita non è stata un granché
dal punto di vista dello spettacolo, ma gli occhi erano costantemente distratti
dagli ultras che sfoggiavano colori, cori e striscioni anche simpatici. L’unico
rammarico, risultato a parte, è stato non poter applaudire Zanetti, capitano di tante battaglie che si ritirerà a fine
stagione.
Concludo dicendovi questo: se
siete davvero appassionati, andate a San Siro almeno un volta per guardare un
derby o Inter-Juventus o Milan-Juventus, resterete ammaliati dallo spettacolo
dell’impianto.
Baldo D’Angelo
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