La Lazio si è svegliata dal sogno, ma ha cominciato
un incubo dal nome purgatorio, quello rappresentato da questi mesi di inattività
che la costringeranno ai box da qui fino all'inizio della prossima stagione
sportiva. Fallito l'obiettivo di agguantare i playoff, la stagione è volta al
termine con un alone di tristezza, avvolta dalla consapevolezza che si poteva
fare qualcosa di più, qualcosa di ancor più speciale. Ma così non è stato, per
una serie di ragioni che il padre-padrone biancoceleste, Daniele Chilelli,
discerne nelle seguenti righe.
Chilelli. Facendo un rapido passo indietro, la gara con l'Isolotto ha fatto illudere la Lazio per 20', illusione poi svanita nella ripresa: “Abbiamo giocato un grande primo tempo, quasi perfetto – racconta Chilelli -. Probabilmente ho sbagliato quintetto ad inizio ripresa, avrei dovuto inserirne uno meno offensivo, provare a controllare di più la partita. Tanto è vero che abbiamo preso gol sulle ripartenze dell'Isolotto: avremmo dovuto gestire meglio la situazione. Una volta sotto, è difficile rimontare una squadra come quella fiorentina”. Il ko spegne le speranze di playoff, ma sono tanti i punti lasciati per strada: “Mi rammarico solamente della sconfitta alla prima giornata con le Lupe, una partita ampiamente alla nostra portata. È vero, con Ternana e Lazio abbiamo subito gol nell'ultimo minuto di partita, ma su campi del genere ci sta, come ci sta pareggiare in casa con lo Statte rimontando dal 3-1 fino al 3-3. La gara con le Lupe dovevamo vincerla, con quei tre punti ora saremmo ai playoff: è quella la partita che ha cambiato gli equilibri”.
Bilancio. Tracciando una linea sulla stagione appena conclusa, il bilancio di Chilelli è a metà fra il soddisfatto e lo scontento: “Ci ha penalizzato sicuramente questa formula, perché con lo svolgimento normale del campionato saremmo stati ampiamente dentro. In un campionato così irregolare come modalità e andamento, con una formula da pazzi, basta sbagliare una partita delle sette del Gold Round per compromettere tutto e cancellare quanto di buono fatto fin lì. È altrettanto vero, che sapevamo già da prima dei rischi che si correvano e così come capitato a noi, poteva accadere a chiunque – continua Chilelli -. Dobbiamo pensare alle nostre colpe: dopo aver fatto una grande coppa Italia, non abbiamo replicato in campionato e lo Scudetto, si sa, è più importante della Coppa. Non è stata una stagione esaltante, confermo che è stata da 5 e di questo non sono contento: mi aspettavo di più dal gruppo e da me stesso come allenatore. Il mercato, in particolare, è stato sbagliato: l'acquisto di Azevedo, per noi quello più importante, è stato un flop, ci ha costretto a cambiare a dicembre, in situazione di emergenza. Purtroppo quando si sbaglia l'acquisto della straniera top, se ne pagano le conseguenze”.
Migliorare. Lo scorso anno, con L'Acquedotto, semifinale di Coppa Italia e quarti di finale scudetto. Quest'anno finale di Coppa ed eliminazione prima dell'inizio dei playoff: “In Coppa, competizione identica allo scorso anno, siamo riusciti a migliorare e ne siamo contenti. Al tempo stesso, però, venivamo da tanti anni in cui ci eravamo sempre migliorati sotto tutti i punti di vista. Quest'anno non è stato così, può anche capitare una stagione in cui si bucano gli obiettivi, ma le problematiche sono state svariate e le colpe sono da ricercare sotto svariati punti di vista. Contestualmente, non possiamo neanche paragonare il campionato di quest'anno con quello della passata stagione: la formula è talmente diversa che fare parallelismi è praticamente impossibile. Forse, con la formula di questa stagione ai playoff scudetto non saremmo ugualmente arrivati”.
Futuro. Voltare pagina e ripartire, questo, in ultima istanza, è il diktat di Chilelli: “Stiamo già preparandoci alla prossima stagione. Da qui fino al 30 giugno avremo comunque tanti altri impegni anche se l'anno è terminato in anticipo”.
S.S. Lazio Calcio a 5 – Ufficio Stampa
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