Vettel e Webber si meritano lo stesso
voto: 10 e lode.
Ci provano
anche a sporcargli la media, fingendo di scordarsi una gomma su 4, ma niente:
l'indole di Vettel lo trascina alla perfezione e l'ultimo 10 e lode piove anche
sul sipario 2013. Avrebbe potuto alzare un po' il piede, si dice, pensando a
Webber o alle 9 vittorie di fila che vanno a disturbare il povero Ascari, ma
niente. L'avidità dei fenomeni è sempre stata insensibile.
Il dieci e
lode questa volta va anche a Mark, per una gara spettacolare, per quel volo
sull'ultimo podio di F1 della vita, che rispecchia l'imperfezione così cara
alle persone normali. E proprio per far vedere che a guidare sono persone
normali, come ci dirà poi, si toglie il casco nell'ultimo giro. 9 vittorie in
13 stagioni e una vita da mediano, solo: ad altissima velocità.
Otto e mezzo
ad Alonso, per la perenne voglia di andare oltre i limiti di ciò che guida. Per
le urla in radio quando penalizzano Massa che confermano il ruolo di capitano,
uomo squadra, insomma uno tosto sul quale, ancora una volta, puntare dopo
Natale.
Otto a
Button che nelle gare di strategia ha sempre sguazzato. Parte 15esimo con un
paio di jolly nelle gomme, firma delle chicche tipo l'esterno su Ricciardo (una
Toro Rosso contro una McLaren, si potrebbe osservare) e insomma chiude quarto,
che è incredibilmente il miglior risultato di un'annata da fingere di non aver
affrontato.
Otto anche a
Massa che senza la tirata d'orecchie (opinabile) andava a podio, ma del resto
ci sta chiudere il privè della tua carriera con una domenica a testa bassa, se
ci pensate fa un po' parte dell'essere Massa.
Di Dario Marchionna.
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