Il Comune ha chiuso l’impianto per lavori dopo averne
concesso l’utilizzo in estate a 5 società ora costrette a vagabondare per le
pochissime e occupate altre strutture cittadine.
Una struttura sportiva in meno per la città di Taranto. In
un panorama già di per se carente, per spazi, logistica e funzionalità, la
chiusura, recente, della palestra Ricciardi, più nota come PalaRicciardi, è un
duro colpo per lo sport cittadino. Cinque società in particolare sono rimaste,
è proprio il caso di dirlo, senza “casa”, alcune di queste dopo aver effettuato
diversi lavori di ammodernamento, ambientalizzazione e messa in sicurezza
dell’impianto.
Da un paio di settimane Cus Jonico Basket Taranto (società
capofila del consorzio e gestore della struttura dal 2006), Virtus
Pallacanestro Taranto, Città di Taranto Calcio a 5, Taras Basket e Futura
Basket non possono più accedere al PalaRicciardi perché il Comune di Taranto ne
ha disposto la chiusura fino a completamento di ulteriori lavori di messa a
norma con annesso bando per la gestione della stessa. Alla base della decisione
di Palazzo di Città un vizio di forma, perché la struttura, nonostante i
numerosi lavori effettuati nell’ultimo anno, sia dall’ente comunale che dal Cus
Jonico Basket, risulta priva del certificato di agibilità. Una situazione
purtroppo comune a molte delle palestre ma anche alle stesse scuole dell’arco
tarantino e non solo che però continuano le loro attività.
Il disagio delle 5 società sopraelencate risiede nel fatto
di aver comunicato alle rispettive federazioni di appartenenza proprio il
PalaRicciardi quale sede di partite per i rispettivi campionati, soprattutto
quelli giovanili. Il tutto dopo accurata richiesta al Comune e risposta
positiva per l’uso della struttura che ora invece non è più accessibile. Lo
stesso Comune ionico vi ha lì, a inizio stagione, concesso gli spazi per eventi
e manifestazioni, sportive e non, di cui deteneva il patrocinio.
Il danno è elevato perché ogni spostamento di sede delle
gare in calendario comporta una multa da versare nelle casse della federazione
di appartenenza con corrispondente variazione di orari, lezioni e introiti per
le attività collaterali che le stesse società, vedi mini basket per 4 dei 5
sodalizi interessati, svolgono in altre strutture che vengono per necessità di
cosa destinate alle partite.
Una continua “peregrinatio” non messa in conto dalle società
e che non può nemmeno essere evitata perché, ad esempio per la pallacanestro,
il rinvio reiterato delle partite, oltre alla multa, comporta la radiazione dai
campionati dopo il 4° verificarsi dello stesso. Un vicolo cieco dunque di
difficile risoluzione, in tempi brevi visto che i tre assessorati interessati, Patrimonio
(“proprietario” della struttura), Lavori Pubblici (che deve effettuare i
lavori) e Sport (che dovrebbe gestirla), continuano a rimbalzarsi la questione
in una interminabile e sgradevole partita tra burocrazia comunale e sport.
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