Vettel, 10 per i tondi a fine gara.
Alonso, 8 per un sorpasso in apnea.
Prendere e
dominare sempre e comunque, surfando sui problemi che ha perennemente
quell'altro nel box, alla fine stanca. Potrebbe stancare o quantomeno sporcare
un po’ la tua immagine… Ma Vettel, che rischia di prendere un misero 8 per
l'arroganza di un dominio stucchevole, piazza la rovesciata al 90' e porta a
casa invece un 10 scintillante, perchè rifare i tondi dopo la multa per tondi
in India dà una spallata alla noia della versione automa. Roba da rockstar e
non da impiegato in banca, con tutto il rispetto. Ben venga.
Webber,
merita un 9 alla carriera per provare a equilibrare la iella tatuata sotto la
tuta dalla nascita. Chissà di chi sarà il Kers di una Red Bull che balbetta al
via? Mah. Il resto della sua domenica è di gran livello, ma avere il confronto
quotidiano con Superman (che in effetti gli rifila 30 secondi) non aiuta mai.
Rosberg è
preciso nello sfruttare una buonissima Mercedes. Il suo è un 8, da signor
pilota che non ha una Red Bull: non fa a pugni con le gomme, parte e arriva
terzo.
E' un 8
anche quello di Alonso, per la firma sul miglior giro della gara, un finale da
paura e quell'uscita in apnea su Vergne che lo manda all'ospedale a fine corsa. Dopo una botta da 25g Nando è ok ed ci sarà ad Austin.
Sette e
mezzo a Massa che, stando ai numeri perde una posizione, ma in effetti il suo è
un garone e non ci nega, nemmeno lui, un colpo di tacco: il sorpasso,
clamoroso, su Hamilton.
Nove alla
faccia di pietra con la quale Raikkonen prima dribbla le domande sui 25 milioni
di dollari di stipendio che non arrivano, accoglie poi la retrocessione in
ultima posizione in griglia e si fa saltare in aria contro Van Der Garde alla
prima curva, per chiudere un week-end molto fastidioso e mettersi in infradito
il prima possibile.
Di Dario Marchionna
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