La strada
sembrava quella giusta dopo le vittorie contro Torino e Verona, ma adesso l’Inter
è tornata a balbettare durante le recenti uscite. L’ultima, quella di Livorno,
è stata un suicidio, uno spreco di punti che difficilmente è andato giù in casa
nerazzurra. Un boccone amaro, mal digerito, uno dei tanti di una stagione nettamente
al di sotto delle aspettative. Le attenuanti ci sono tutte: dai rigori non
concessi, ai molteplici infortuni, al cambio del vertice societario, ma
certamente ci si aspettava di più. La rivoluzione, proclamata ad inizio
stagione, si è rivelata un mezzo flop e adesso l’unica speranza alla quale aggrapparsi
con le unghie è l’Europa League. Passare attraverso la porta di una Europa, che
di certo ha meno appeal rispetto alla Champions, resta comunque un traguardo complicato,
una corsa ad ostacoli che non permette distrazioni. La Fiorentina è avanti, ma ancora
vicina, a soli tre punti, ma a destare preoccupazione sono le compagini che
seguono.
Il Parma, qualora dovesse vincere
la sfida contro la Roma, si ritroverebbe con un punto di vantaggio, tagliando
(momentaneamente) i nerazzurri dall’Europa; Atalanta e Lazio invece, non sono
poi così distanti, mentre Verona, Torino e Milan hanno ancora in serbo qualche (remota)
speranza. Sette gare da qui al termine del campionato, un mese e mezzo in cui
si decideranno le sorti di questa squadra. Thoir è inferocito, il tifo deluso e
se non ci sarà un lieto fine, non è difficile immaginare che, qualche capro
espiatorio, ne pagherà le conseguenze quando il sipario sulla Serie A sarà
calato.
Leandro Alfonso
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