Sarà un pomeriggio speciale quello che andrà in scena al ‘Pala
di Vittorio’ questa domenica. Un amarcord che nessuno si aspettava di vedere in
questo periodo soprattutto perché, al di là della qualificazione agli spareggi
di Coppa raggiunti come lo scorso anno tramite la quarta piazza, ciò che ha stupito
è stato il fatto che il Montesilvano abbia perso la possibilità di qualificarsi
direttamente come migliore seconda dei tre gironi.
Alle ragazze di mister
Salvatore è costato caro il pareggio casalingo con il Falconara, un risultato
inaspettato ma che alla vigilia poteva essere in qualche modo messo in
preventivo viste le assenze di Amparo e Iturriaga, impegnate nel Mondiale
costaricano. Come un po’ tutte le big, anche il Montesilvano non si è sottratto
alla regola che senza un “certo tipo” di giocatrici si rischia di lasciare più
di qualche punto per strada; lo sa bene la Ternana che praticamente da inizio
stagione non ha a disposizione le sue tre big (Blanco, Pia Gomez e Neka) e che
da poco ha potuto usufruire del proprio portiere titolare, ovvero quella Gabi
Tardelli che ha già fatto guadagnare qualche punto e un modo di difendere più
vincente alla Ferelle. Così si è approdati a una finale di Coppa Italia anticipata
che sarà divisa in due atti: quello del Di Vittorio domenica 28 alle 17 e
quello di sabato 3 alle 16 al ‘Pala Roma’, campo che rievoca ancora i dolci
ricordi della Coppa dello scorso anno e del vittorioso quarto di finale proprio
contro il Montesilvano. Uno spareggio imprevisto per le pescaresi, basti
pensare che le stesse ragazze biancoazzurre avevano già prenotato i vari
biglietti aerei per le vacanze natalizie e sono state costrette a stravolgere
date e rientri. Al di là di tutto ciò però la vera protagonista del cartellone
pubblicitario della partita sarà quella Ampi, ex capitano della Ternana, che
quest’anno ha deciso di vestire i colori pescaresi e sposare la causa di un
Montesilvano che ormai da troppi anni è assente da una finale. Un’avventura
lunga due anni, con tanti momenti da ricordare e tanti gol che hanno spinto le
Ferelle fino alla doppia finale (Coppa e Campionato) dello scorso anno in una
squadra da sogno con Neka, Patri Jornet e Jessiquinha. Unica giocatrice al
mondo ad avere avuto l’onore di ricevere ben due coregrafie dedicate
esculisvamente solo a lei dai propri tifosi: una gigantografia di due anni fa e la ormai
stranota coreografia più grande al mondo con l’ex capitano a braccia aperte a dirigere
il resto della squadra. Una Amparo che non ha mai nascosto di aver rifiutato
due grandi offerte: una proprio della Ternana per il rinnovo del contratto e
una di un’altra big della Serie A. Un rifiuto quasi simbolico quello della
spagnola, che ha sempre dichiarato di non aver valutato le proprie decisioni in
base ai soldi offerti, ma che ha scelto Montesilvano per una differente visione
dello sport e della vita. Sicuramente il gruppo pescarese ha avuto il proprio
peso, dove almeno tre o quattro giocatrici sono anche amiche nella vita passata
e di tutti i giorni. Insomma, un matrimonio che dopo i fasti di due lunghi anni
è arrivato quasi naturalmente alla sua fine; ovviamente tifosi, piazza e
società non hanno mai smesso di voler bene al fenomeno di Arhal e sicuramente
anche domenica le faranno sentire, nonostante tutto, la gratitudine di due anni
di vittorie e soddisfazioni passati insieme. Nell’ultimo messaggio su Facebook,
questa estate, l’ormai ex numero sette rossoverde dichiarò: “grazie alla società e ai tifosi: sarà
impossibile trovarne così da un’altra parte -.....- ringrazio la Famiglia Basile pubblicamente
perchè è Damiano che mi ha portato in Italia ed è la Ternana che mi ha fatto
crescere come calciatrice”. Un addio che lasciò molto amaro in bocca come
un matrimonio che si rompe improvvisamente per un tradimento. Un tradimento,
però, mai avvenuto visto che i dobloni offerti in una gara quasi disperata tra
la Ternana e un’altra big non furono degnati neanche della più piccola
considerazione da parte della fuoriclasse andalusa. Una scelta che stona con i
tempi che corrono, ma che ancora forse ci fa rispettare le persone e questo
sport. Proprio grazie a Capitani come Amparo, anzi a “comandanti” come lei
perchè in fondo per Terni Ampi rimarrà sempre e solo “El Comandante”,
nonostante in quel primo luglio depose le armi e se ne andò in riva
all’Adriatico.
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