Jordi Torras è
sicuramente uno dei Prescelti del futsal: talento e intelligenza sopra
la media, personalità da vendere, fisico da granatiere. Un fuoriclasse,
che ha vinto tutto e scelto Asti come sua ultima meta agonistica. Il
crepuscolo della carriera di un campione ha sempre tratti speciali:
basti pensare all’ultimo anno nel tennis di Stefan Edberg, di Kobe
Bryant nella pallacanestro. Il 2015 è l’anno d’addio anche del talento
spagnolo.
Martedì 29 dicembre Jordi disputerà la sua ultima partita,
contro Napoli, in maglia nero-arancio. Ha deciso di lasciare l’attività
con sei mesi d’anticipo, una scelta che solo i grandi uomini fanno: «Non
è stato facile maturare questa decisione - esordisce Torras - Ci ho
riflettuto parecchio e penso che questa sia la cosa giusta da fare. Sia
chiaro, non vado via dall’Orange Futsal per vestire un’altra maglia,
semplicemente è giunto il momento di iniziare una nuova vita». Alla base
della decisione, i persistenti problemi alle anche del talento iberico:
«Ho concluso la scorsa stagione con grande affanno, dopo aver iniziato
bene la mia avventura ad Asti nella fase conclusiva del 2014-15 ho
stretto i denti a causa dei miei problemi fisici. La mia speranza era
quella di poter stare meglio dopo un’estate di riposo, ma non è così
purtroppo. Ho dei grossi problemi alle anche, principalmente la destra
ma anche la sinistra, soffro di artrosi a livello avanzato bilaterale.
Grazie al lavoro del dottor Cravero sono riuscito a scendere in campo lo
stesso, certamente però questi mesi sono stati caratterizzati da
sofferenza fisica e di testa», aggiunge Jordi. «Dopo un consulto con il
nostro staff medico e con uno specialista a Barcellona ho valutato
seriamente di smettere: la società e mister Cafù mi hanno sostenuto e
dato carta bianca, cercando di limitare i miei allenamenti, tuttavia nei
miei 19 anni di carriera agonistica ho sempre dato il 100% e non riesco
a sentirmi sereno se non posso farlo. Per essere un leader bisogna
poter essere presenti in campo e in allenamento, i miei 35 anni e i guai
fisici purtroppo condizionano troppo la mia attività». Con grande
serenità e lucidità l’ex capitano della Nazionale spagnola ammette: «Non
sono il Jordi dello scorso anno, convivo con la sofferenza fisica a
ogni allenamento e a ogni partita, non era affatto mia intenzione
lasciare la squadra in anticipo ma è la decisione più giusta, come
professionista e come uomo».
Che
cosa gli resterà dell’avventura in nero-arancio? «Quando ho concluso la
mia esperienza al Barcellona ho valutato tanti aspetti prima di
scegliere i nero-arancio. Sono orgoglioso e felice di aver deciso di
sposare la causa orange. Mi sono imbattuto in una società rara, piccola,
familiare, ma che fa le cose per bene. Il rispetto della parola data,
il supporto verso gli atleti e le loro famiglie, la totale disponibilità
verso la squadra e le sue esigenze rende questo giovane club un grande
club, speciale e unico». Un pensiero va poi ai tifosi e alla città di
Asti...«I nostri supporter sono favolosi, mi hanno accolto
splendidamente quando sono arrivato, hanno sempre riempito il palazzetto
e, cosa importante, sono sempre stati presenti durante gli allenamenti
quotidiani. Asti è una città a misura d’uomo, tranquilla, ma che
nasconde delle vere bellezze. Chi sostiene che in Piemonte si mangia
bene e si vive bene dice la verità, peccato che in questo periodo certi
paesaggi siano offuscati dalla nebbia (ride...ndr)».
L’ultimo
match della carriera del leader è fissata per sabato 29 dicembre:
«Contro Napoli saluterò i tifosi e mi auguro di farlo festeggiando un
successo, nel nuovo anno tornerò a Barcellona. La vita degli sportivi è
per certi versi in un universo a se stante, me la sono goduta per quasi
20 anni dando tutto me stesso, da 5 ho intrapreso delle attività
nell’imprenditoria sportiva, ho una scuola di futsal, e penso sia tempo
di concentrarmi su questo. A 35 anni inizio la vita reale, lavorando
accanto alla mia famiglia restando però in un ambiente che amo, quello
dello sport».
Quali sono i ricordi nel cassetto della sua avventura all’Orange Futsal?
«Sono
sempre stato convinto che si debbano ricordare tanto le gioie quanto le
delusioni. Le mie immagini in nero-arancio sono la splendida
accoglienza che ho ricevuto dai tifosi al mio arrivo, la soddisfazione
delle due coppe vinte (Coppa Italia e Winter Cup, ndr), ma anche la
delusione dei quarti di finale scudetto, quando fummo eliminati dal Kaos
Futsal. Di questa stagione porterò nel cuore i volti dei compagni, che,
dopo i tanti pareggi subiti nel finale, nel post gara manifestavano
tutto l’amore per questa maglia e la voglia di riscatto, e la
soddisfazione di aver vinto a Pescara, coi campioni d’Italia.
Raggiungere la Final Eight di coppa per noi è stato come vincerla». Un
grazie speciale come “passo d’addio” e una promessa: «Saluto con affetto
tutti coloro che lavorano lontano dai riflettori per supportare questo
sodalizio, auguro ogni bene a Claudio Giovannone, una persona speciale, e
garantisco che verrò ad Asti a sostenere la squadra, magari nella
finale scudetto», la chiosa di Torras. La grandezza dei campioni emerge
non solo sul terreno di gioco, ma anche per lo spessore umano. Grazie di
tutto Jordi, è stato un onore averti con noi.
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