Coach, vergare questo nuovo contratto è
stata una pura formalità ?
Sin dall’inizio avevamo progettato un
percorso triennale finalizzato a portare titoli a Pescara e a collocare
stabilmente il Delfino nell’élite nazionale ed europea del futsal. Devo
confessare che le vittorie sono arrivate in anticipo rispetto a quanto
preventivato ed oggi si può dire che i risultati testimoniano del buon lavoro
che congiuntamente abbiamo prodotto in questi venti mesi di felice sodalizio.
Ovvio che la conclusione della Coppa Italia rappresenti ogni anno il momento
ideale della stagione per fare un primo bilancio e ragionare sul futuro. Ci
siamo guardati in faccia e in un amen, con piena soddisfazione delle parti,
abbiamo deciso di prolungare il connubio.
Vincere aiuta a vincere, dopo la
vittoria del campionato scorso, la bacheca si è già arricchita di due trofei
ambitissimi. Una stagione questa, che può valutarsi già positiva ?
Andiamoci piano con le valutazioni.
Adesso arriva il bello. Abbiamo ancora davanti due obiettivi importantissimi e
il modo più sbagliato per approcciarli è quello di specchiarsi e di
compiacersi. Le valutazioni facciamole alla fine, oggi è prematuro. Ci
apprestiamo a partecipare ad una manifestazione di livello mondiale, essendo, a
mio avviso, gli spagnoli e i russi le compagini più forti al mondo. Vogliamo
misurare il nostro livello di competitività per capire fine in fondo quanto
siamo vicini o lontani da loro. Giocheremo due partite, avendo tre medaglie in
palio, vogliamo salire sul podio e fare bella figura. Se poi le nostre
avversarie si distraessero …
C’è anche il campionato.
Esatto! Ripetersi è difficilissimo ma
noi vogliamo difendere ad ogni costo il titolo che abbiamo conquistato e non
faremo sconti a nessuno. La concorrenza è sempre più agguerrita ma siamo
affezionati allo scudetto che portiamo in petto e non sarà facile scucircelo
dalla maglia.
Se, come dici, una valutazione della
stagione è ancora impossibile non si può dire altrettanto della tua carriera di
allenatore. In fatto di vittorie e di titoli hai staccato tutti e sei
l’allenatore più vincente della storia del futsal italiano.
Sono trentuno anni che alleno e ricordo
che nei primi dieci, quindici anni di carriera molti mi consideravano un
perdente, perché non avevo mai vinto nulla. In realtà in quel periodo avevo
conseguito 6 o 7 promozione e un paio di semifinali scudetto, quando due
squadre romane dominavano la scena, potendo contare su roster nettamente più
forti rispetto a tutte le altre compagini. Questo periodo che qualcuno, non io,
considera “buio” è terminato quando ho iniziato ad allenare finalmente squadre
composte da grandi giocatori. Sono da sempre convinto che senza la qualità non
puoi mai vincere. Nessuno fa miracoli e io non faccio eccezione. Alzi i trofei
se hai i giocatori, per questo quando vinco non mi esalto mai e consiglio a
tutti di non esaltarsi, anche se vedo che alcuni miei colleghi, pur non avendo
vinto nulla, tendono ad enfatizzare oltre misura il loro ruolo e il loro
operato. Calma ragazzi! Se devo darmi un merito, come allenatore, è quello di
aver saputo sempre sfruttare al 100% le potenzialità tecniche dei giocatori e
di aver saputo assemblarle. Punto!
Tutto qui, non c’è altro ?
Vedi, ho avuto anche la fortuna di aver
fatto tanta gavetta e di aver accumulato un bagaglio ingente d’esperienze che
stratificatesi hanno progressivamente edificato la costruzione della mia
attuale personalità d’allenatore. Non mi sono mai chiuso ed arroccato
superbamente in un mondo fatto di certezze. Ho alimentato sempre i miei dubbi,
attraverso l’apertura, l’ascolto e la disponibilità. Oggi, invece, gli
allenatori, non mi riferisco solo al futsal, arrivano troppo in fretta al
vertice. Sembra tutto facile e scontato, perdendo così l’umiltà e diventando
presto saccenti sino alla superbia. In questo mestiere, come in tutti i
mestieri e le professioni, ci vuole apertura mentale, esperienza e umiltà. Non
è un mestiere per geni ma per bravi e meticolosi artigiani.
Dopo tante vittorie come si riesce ad
alimentare stimoli sufficienti per andare avanti ?
Gli stimoli possono essere alimentati in
mille modi, a secondo della personalità di ognuno. Io mi pongo solo e sempre
traguardi vicini, vicinissimi. Lascio perdere i traguardi lontani e vivo
intensamente il presente più immediato: l’allenamento, la partita, il torneo e
così via. Non ho mai sofferto di inappetenza e ho sempre fame di … vittorie.
Trentuno anni di carriera sono molti, è
caduto il muro di Berlino, è cambiato il mondo, il calcetto è diventato futsal,
le regole e le interpretazioni mutano di continuo. Come fai ad essere sempre al
passo con i tempi ?
Mi fornisci un assist. Quest’anno
l’interpretazione arbitrale del nostro gioco presuppone una difesa senza
contatto fisico. Un’interpretazione che assolutamente non condivido e che
sembra sia stata finalizzata ad personam.
Il centrale difensivo ideale è quello senza braccia. Per me è
un’interpretazione assolutamente snaturante del gioco. Eppure non mi sono
limitato a lamentarmi ma ho adeguato la difesa del Pescara alla situazione
attuale. La parola magica è adeguamento. Cambia lo sport, cambiano gli atleti,
cambiano i giocatori e di conseguenza deve cambiare anche l’allenatore,
costretto oggi più di ieri ad un processo di formazione continua. Non basta
aggiornarsi di tanto in tanto, oggi la curiosità verso il cambiamento deve
essere l’atteggiamento peculiare di un bravo allenatore. Chi non è curioso è
meglio che se ne stia a casa a sfogliare l’album dei propri ricordi.
A proposito di allenatori, sei in grado
di intravvedere un nuovo Colini ?
Ci sono tanti bravi allenatori anche
nelle serie minori, in B, in C e nei
campionati giovanili. Ho in mente qualche nome ma non posso rivelarlo. Non
voglio far danno a nessuno ma soprattutto a quelli che segnalerei, i quali
inevitabilmente, messi sotto la luce dei riflettori, potrebbero risentire di
un’inutile quanto gravosa etichetta. Per questa ragione non voglio investire
nessuno del titolo di “futuro Colini”. Consiglio a tutti invece di salire per
gradi e di costruire gradualmente un bagaglio sufficiente d’esperienze. Tempo
verrà per raccogliere i frutti del proprio lavoro”.
AREA DELLA COMUNICAZIONE
UFFICIO STAMPA
MASSIMO RENELLA
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