lunedì 17 marzo 2014

F1, le pagelle del GP d'Australia




Bocciate le nuove regole e la Red Bull, che bravi Magnussen e Ricciardo. Ferrari dai due volti.


Detto del 3 alla nuova F1, che riesce nel difficile intento di allontanare ulteriormente gli spettatori sprovvisti di laurea in ingegneria meccanica più master ("A chi è a casa sul divano non frega niente degli algoritmi, del kers o degli scarichi soffiati, vuole lo spettacolo" sosteneva temporibus illis l'acuto Briatore) passiamo a un 2 meno meno, quello della Red Bull. L'avevamo in canna da anni? Può essere, ma far fare 4 giri e spicci al campione del mondo (con le prime antenne tirate già durante il giro di ricognizione) per poi incartarsi con i calcoli benzinari, un ghigno ai non lattinari lo mette eccome. Bravi quando la macchina è un missile (merito di un nome ben preciso), persi quando c'è da reagire, l'avete detto voi...


Uno scontatissimo 10 pieno va all'uomo invisibile Nico Rosberg. Uno che noti, appunto, quando vince. Sempre lì lì e poi però è a quota 4 successi in 8 anni di F1. Ciò non toglie una domenica scintillante: prende e va e tanti saluti a tutti.


Era e resta da 9 il sorrisone di Ricciardo, tranquillo e indemoniato dall'inizio alla fine, alla faccia del debutto in prima squadra. Viene da fare il tifo per lui quest'anno, non fosse che si rischierebbe di passare per anti Vettel, anti Ferrari, anti Mercedes.


 9 e mezzo ai 21 anni di Magnussen (21! Ma vi ricordate cosa facevate voi a 21 anni? Io, sì): primo Gp di F1 e chiudi terzo, anzi secondo?? Potenzialità altissime riassunte nelle immagini del via: uno scatto con derapata e controllo da contropelo. Va bene aver avuto la culla su un cordolo, ma serve molto altro. 


Quel molto che ti fa mettere dietro una vecchia volpaccia come Button. Strategicamente perfetto - e un filo fortunato - e più forte del sottosterzo che soffriva dietro alle altre macchine: il suo è un 8 e mezzo di tecnica, furbizia e malinconia, considerando chi mancava nel box.


Sei e mezzo ad Alonso che scalpita ma si accorge di quanto sarà dura un'altra volta (sempre che non si sia trattato di una mirata scelta di non rischiare black out). Surriscaldamento dei freni, motore elettrico che balbetta al via, 35 secondi da Rosberg: bene arrivare in fondo ma si deve scrollare quanto prima di dosso la maledizione del quinto posto (che è diventato quarto, va bene), lui e la squadra, della quale è chiaramente la prima punta.


5 a Raikkonen, toccato ("ma senza danni") al via, graining alle anteriori, traffico in pit, va bene ma è 7° a un minuto, 18 secondi dietro all'altra rossa. Occhio ai dubbi che chi non si dedica al mille per mille a questa F1, alla fine la paga.


Bravo Bottas, che sfrutta bene un'ottima Williams e la follia finnica. Va, esagera e si riprende, fino al 7 - e al quinto posto - finale.

Bravo Kvyat, sfigato Kobayashi (problemi freni posteriori), senza voto Hamilton e Vettel: per loro parte una sfida a scacchi con la propria mente, aspettando che i meccanici finiscano il lavoro.

By Marchionna Dario

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