Roma – Tanto orgoglio e la consapevolezza di una grande responsabilità.
Anche Riccardo Marini, nuovo co-allenatore della Nazionale italiana di
rugby a 13, esprime le medesime sensazioni del collega (e amico)
Pierpaolo Rotilio che aveva parlato alla stampa, solo pochi giorni fa,
dell’incarico ricevuto dalla Lega Italiana Rugby Football League. Nato a
Frascati 38 anni fa e attualmente residente a Roma, Marini rispetto a
Rotilio ha un percorso tecnico avvenuto in maniera più “pura” nel rugby a
13. «Ho vissuto i primi passi del nostro movimento e poi ho iniziato la
mia avventura all’interno dei Gladiators Roma con cui ho vinto cinque
scudetti, di cui tre da allenatore pur continuando a giocare in qualche
gara ufficiale perché il richiamo del campo è sempre fortissimo.
In precedenza, invece, la mia carriera si era svolta nel rugby a 15 prima con le giovanili del Frascati dove conobbi Pierluigi Gentile (attuale segretario generale della Lega Irfl) e poi nelle prime squadre. E’ stata proprio l’amicizia con Gentile a farmi conoscere il rugby a 13». La curiosità riguarda il fatto che, nella passata stagione agonistica, Marini e Rotilio si sono trovati di fronte da allenatori durante il campionato e il Gran Sasso del tecnico abruzzese ebbe la meglio andando poi fino in fondo al torneo e vincendo lo scudetto 2015. «Su quella sconfitta avrei da recriminare – scherza Marini -, ma bisogna accettare il verdetto del campo. Al di là delle battute, Pierpaolo è un personaggio dal grande spessore rugbystico e speriamo di poter fare assieme un buon lavoro con la Nazionale. Certo, l’eredità di Ty Sterry è pesantissima: abbiamo un compito non facile, ma questo non ci spaventa». Con il tecnico britannico “in cattedra”, tra l’altro, Marini fece un importantissimo corso da allenatore a Londra e poi lo affiancò durante alcuni raduni della Nazionale. Il coach romano è fermamente convinto delle possibilità del movimento di rugby a 13 italiano. «Il riconoscimento ufficiale della Fir ha segnato un grandissimo salto di qualità. Tra l’altro anche a livello giovanile – conclude Marini - la Lega Irfl sta crescendo, ci sono diversi ragazzi molto interessanti e questo non potrà che aiutare anche la Nazionale».
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Area comunicazione Lega Italiana Rugby Football League
www.federleague.it
In precedenza, invece, la mia carriera si era svolta nel rugby a 15 prima con le giovanili del Frascati dove conobbi Pierluigi Gentile (attuale segretario generale della Lega Irfl) e poi nelle prime squadre. E’ stata proprio l’amicizia con Gentile a farmi conoscere il rugby a 13». La curiosità riguarda il fatto che, nella passata stagione agonistica, Marini e Rotilio si sono trovati di fronte da allenatori durante il campionato e il Gran Sasso del tecnico abruzzese ebbe la meglio andando poi fino in fondo al torneo e vincendo lo scudetto 2015. «Su quella sconfitta avrei da recriminare – scherza Marini -, ma bisogna accettare il verdetto del campo. Al di là delle battute, Pierpaolo è un personaggio dal grande spessore rugbystico e speriamo di poter fare assieme un buon lavoro con la Nazionale. Certo, l’eredità di Ty Sterry è pesantissima: abbiamo un compito non facile, ma questo non ci spaventa». Con il tecnico britannico “in cattedra”, tra l’altro, Marini fece un importantissimo corso da allenatore a Londra e poi lo affiancò durante alcuni raduni della Nazionale. Il coach romano è fermamente convinto delle possibilità del movimento di rugby a 13 italiano. «Il riconoscimento ufficiale della Fir ha segnato un grandissimo salto di qualità. Tra l’altro anche a livello giovanile – conclude Marini - la Lega Irfl sta crescendo, ci sono diversi ragazzi molto interessanti e questo non potrà che aiutare anche la Nazionale».
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