A una settimana dal derby
disputato ad Ostuni tra il club della Città Bianca ed il Basket Francavilla ci
troviamo costretti, a mente fredda, e forti di un verdetto della Corte
d'appello della Fip, a dover commentare gli accadimenti incresciosi che si sono
verificati nell’immediato post-partita, per i quali, ad ogni modo, è nostra
ferma intenzione interessare la Procura Federale.
Siamo convinti che lo sport, non
esclusa la pallacanestro, sia una disciplina nella quale l'agonismo può
spingersi sino allo scontro duro, così come la tensione delle partite più
sentite può generare comportamenti stigmatizzabili, ma destinati a rientrare
nella tolleranza che il buon senso spesso richiede. Ci sono, invece,
atteggiamenti e comportamenti che meritano di essere perseguiti per la loro
raccapricciante meschinità, soprattutto quando vengono posti in essere da
personalità che dovrebbero essere esempio di specchiata trasparenza, oltre che
di contegno sportivo nel senso più ampio del suo significato.
Alcuni di questi soggetti, al
contrario, al termine della gara in questione, nell'ambito di un tafferuglio
venutosi a creare tra alcuni giocatori (in particolare due del Francavilla,
Menzione e Baricanin, e Griffin dell'Ostuni) hanno dapprima fatto pressione
sugli arbitri affinché gli stessi segnalassero a referto un (inventato) sputo
di Griffin all’indirizzo di Menzione, e successivamente, sempre rivolti allo
stesso giocatore (peraltro già insultato dagli atleti avversari nell'arco
dell'intera gara), hanno proferito nei suoi confronti insulti razzisti.
Nello specifico, il padre
dell’allenatore del Francavilla Davide Olive, il Sig. Giuseppe Olive, peraltro
delegato provinciale della Fip, fuori dal Palasport di Ostuni avrebbe
testualmente riferito: "Questo sporco negro non può venire qui a fare
queste cose". Suo figlio Davide, invece: "A questi neretti
bisognerebbe spezzare le gambe". Ma vi è di più. Sia Davide Olive che suo
padre Giuseppe, il primo in campo rivolto all'arbitro, ed il secondo fuori dal Palasport
dinanzi ai fortunati uditori del ventriloquio, minacciavano l'invio di una
lettera alla Federazione che avrebbe determinato conseguenze per la futura
carriera degli arbitri. Purtroppo, questi ultimi scrivevano poi a referto dell'
episodio tanto contestato dai due personaggi innanzi detti, che di fatto non vi
è stato.
In sede di discussione del
ricorso innanzi alla Corte d'appello, il provvedimento del Giudice Sportivo che
ricalcava proprio il rapporto arbitrale, ha decretato l'insussistenza di fantomatici
sputi. Tale decisione è maturata grazie all'audizione in contraddittorio degli stessi
arbitri dell'incontro, i quali, dopo aver scritto a referto con precisione
chirurgica che Griffin aveva colpito in volto Menzione con lo sputo, in quella
sede, non riuscivano ad identificare in quale zona del campo ciò si fosse
verificato né, su espressa domanda dei giudici della Corte, affermavano di aver
visto partire lo sputo.
Quanto accaduto ha dell'indecente
e dell'inaccettabile. La nostra società ripugna ogni forma di espressione
razzista e così dovrebbe essere tra tutti gli uomini che si professano
sportivi. Ci auguriamo, perciò, che la Ecc.ma Procura Federale voglia fare
piena luce sulla vicenda e punire i responsabili di questi comportamenti,
totalmente contrari all'etica sportiva ed al diritto.
Ufficio stampa e
comunicazione – CESTISTICA OSTUNI
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