Il capitano delle gigliate in vista
dell’esordio in Coppa Italia contro le imbattute abruzzesi: «Hanno ampiamente
dimostrato la loro forza, noi però non abbiamo paura. In Abruzzo consapevoli
della nostra forza».
Non ci poteva essere partita più stimolante ad inaugurare il
cammino dell’Isolotto nella Final Eight di Coppa Italia. Nella tre giorni
pescarese che scatteranno venerdì 4 marzo, la compagine gigliata ha beccato le
padrone di casa del Montesilvano, la squadra abruzzese di Francesca Salvatore
che finora ha inanellato ben 16 vittorie e 1 pareggio sulle 17 gare fin qui
disputate.
Un cammino che la dice lunga sulla qualità del Montesilvano. Ma in
casa Isolotto la paura è un sentimento completamente sconosciuto, specie quando
hai una squadra che, per valori tecnici, è chiamata ad arrivare fino in fondo
ovunque. A rappresentare lo stato d’animo nel quartier generale dell’Isolotto
in vista della super sfida con il Montesilvano, è la bandiera Elena Galluzzi,
storico capitano di tante battaglie. La spedizione in Abruzzo è alle porte e i
numeri del suo Isolotto, specie nel breve periodo, si snocciolano con squisita
facilità: sei vittorie consecutive, tra gli ultimi tre incontri della prima
fase del campionato e i successivi tre del Gold, dove la formazione toscana ha
saputo trovare finalmente quella continuità di rendimento che ha regalato
numerosi motivi per alimentare
l’entusiasmo all’ombra di Palazzo Vecchio. Le vittorie “dorate” con Lazio C5
femminile, Statte e Lupe, infatti, aiutano le viola a pensare in grande. Perché
si deve. Lo conferma capitan Galluzzi, pronta per la serata di gala in Coppa.
Alle 20, al Pala Santa Filomena di Chieti, l’Isolotto è pronto ad indossare
l’abito migliore.
Capitano, si inizia con una parata di stelle anticipata.
Qual è stata la reazione del gruppo dopo aver saputo dei quarti col
Montesilvano?
«La verita? Ne
abbiamo parlato molto poco, ce lo aspettavamo. D'altronde l'altra alternativa
era la Lazio, quindi qualsiasi cosa ci toccava sarebbe stato molto molto
difficile. Credo che in gare da dentro o fuori qualsiasi squadra è da prendere
in dovuta considerazione, soprattutto se il livello delle 8 squadre è quello
che vediamo ogni domenica».
Qual è
l'atteggiamento giusto per preparare gare del genere?
«L'atteggiamento giusto
credo sia il lavoro, la fatica e il sacrificio verso se stesse e verso le
compagne. Se si entra in campo consapevoli di aver messo in pratica, a partire
dagli allenamenti, queste componenti credo che qualsiasi risultato sia
possibile. Ci sono poche altre ricette, solo il lavoro alla lunga paga».
Il Montesilvano
ha conosciuto il primo (semi) stop stagionale le contro la Lupe. Questo
risultato cosa vi suggerisce?
«Ci suggerisce che ogni
partita nasconde sempre insidie. Credo che il campo piuttosto piccolo delle
Lupe non abbia aiutato il gioco del Montesilvano, ma credo anche che chi sottovaluta
la forza delle Lupe commetta un madornale errore. È una squadra quadrata, ben
messa in campo, una squadra che conosce davvero il sacrificio. Corrono, si
difendono e attaccano in maniera corale e anche se non hanno tutte fuoriclasse
esprimono un gran bel gioco».
Il tuo Isolotto
è reduce da una lunga serie di vittorie. È il momento migliore per affrontare
l'imbattuto Montesilvano?
«È un buon momento, sì. Non
neghiamolo. Stiamo bene sia fisicamente che mentalmente. Abbiamo avuto un lungo
momento di rodaggio fatto di pochi alti e molti bassi e sicuramente prestazioni
non all'altezza, ma adesso credo sia stata raggiunta la giusta amalgama sia fra
le ragazze che con lo staff. Essere un buon gruppo ha aiutato anche il
raggiungimento dell'amalgama in campo».
Dispiace o gasa
ulteriormente affrontare una gara così subito?
«Dispiace perchè poteva
essere un'eventuale bellissima finale, ma gasa perché, a detta di tutti, il Montesilvano
sembra davvero la squadra più forte e più in forma. Finora lo ha ampiamente
dimostrato. Una così lunga serie di risultati positivi non arriva per caso. È
un gruppo che lavora insieme da anni, si conoscono molto bene, hanno
automatismi ormai oliati e lo stesso mister lavora con loro da anni. Hanno
tutti gli ingredienti per fare davvero bene».
Hai davanti lo
spogliatoio al completo. Cosa vuoi dire alle tue compagne in vista di questo
big match?
«Giochiamocela! Dal primo
all'ultimo secondo, senza paura, senza pressioni, perché ci siamo anche noi. Siamo
forti, abbiamo lavorato tanto e solo per rispetto di tutto questo lavoro
meritiamo di cogliere risultati importanti. Poi alla fine guarderemo il
tabellone e festeggeremo in caso di vittoria o stringeremo loro le mani se
dovesse andare male. Penso però che la peggior sconfitta sarebbe quella di
farci attanagliare da tensione o paura e non esprimere il nostro gioco. In qualche
modo come veder passare la partita senza davvero viverla. Questa è l'unica cosa
che non possiamo e dobbiamo permettere».
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