Il difensore dell'Upc Tavagnacco parla della stagione delle gialloblu, facendo un pensierino a quando appenderà gli scarpini al chiodo
Alessia
Tuttino è una delle giocatrici gialloblu con maggiore esperienza. Nata a
Udine nel 1983, dopo aver vinto tutto con la maglia del Bardolino
Verona, dal 2011 si è accasata all’Upc Tavagnacco, diventando una
colonna della difesa gialloblu. Nessuna meglio di lei, quindi, può dare
un giudizio sulle potenzialità della squadra, che in questa prima parte
di campionato sta faticando più del previsto.
Come leggi il momento che sta vivendo il Tavagnacco?
«Ci manca continuità, ma con una squadra giovane l’avevamo messo in conto. Un reparto importante come la difesa, ad esempio, è stato cambiato quasi in toto. E’ normale, quindi, che ci siano alti e bassi. Forse ci aspettavamo qualche prestazione migliore ma non dobbiamo assolutamente abbatterci e cominciare a giocare come sappiamo»
Pensi che le nuove arrivate abbiano ancora bisogno di tempo per ambientarsi?
«C’è bisogno di tranquillità e di fiducia. In squadra sono arrivate calciatrici abituate a lottare per non retrocedere, dove ogni risultato negativo può diventare un peso. Qui a Tavagnacco non serve avere paura, nemmeno dopo prestazioni sottotono: lo ribadisco, servono solo fiducia nei propri mezzi e tranquillità».
In Campionato Brescia e Verona sembrano fare una corsa a sé
«Non dimentichiamo il Mozzanica, che può essere il terzo incomodo nella corsa scudetto. Credo comunque che Brescia e Verona, per la loro esperienza e per aver mantenuto l'ossatura della squadra, siano favorite».
E il Tavagnacco?
«Se ingranerà giocando sempre come nella partita contro la Fiorentina potrà diventare scomoda per ogni avversaria. La sconfitta con il Verona, per noi, è stata una debacle che non si ripeterà».
Sei nel calcio femminile dal 1997: com’è cambiato in questi anni il calcio in rosa?
«Da anni si discute sempre delle stesse cose ma non è cambiato molto. La speranza è l’ultima a morire visto che, ultimamente, qualcosa si sta muovendo. Anche se saremo sempre distanti anni luce da quanto avviene nelle altre Nazioni estere. Purtroppo la volontà di fare, tra i vertici del calcio, è poca».
Cosa ti aspetti dalla stagione del Tavagnacco?
«Mi aspetto che la squadra cominci a capire che può fare bene e dire la sua con chiunque. Se riusciremo a sbloccarci, credo che ci sarà da divertirsi».
Hai già pensato a cosa farai a fine carriera? Diventerai allenatrice?
«Non lo so se sarei capace di allenare a causa del mio carattere. Per ora collaboro con il settore giovanile dell’Upc Tavagnacco. Mi vedo ancora giocatrice: per fare il salto in panchina dovrò necessariamente cambiare mentalità».
«Ci manca continuità, ma con una squadra giovane l’avevamo messo in conto. Un reparto importante come la difesa, ad esempio, è stato cambiato quasi in toto. E’ normale, quindi, che ci siano alti e bassi. Forse ci aspettavamo qualche prestazione migliore ma non dobbiamo assolutamente abbatterci e cominciare a giocare come sappiamo»
Pensi che le nuove arrivate abbiano ancora bisogno di tempo per ambientarsi?
«C’è bisogno di tranquillità e di fiducia. In squadra sono arrivate calciatrici abituate a lottare per non retrocedere, dove ogni risultato negativo può diventare un peso. Qui a Tavagnacco non serve avere paura, nemmeno dopo prestazioni sottotono: lo ribadisco, servono solo fiducia nei propri mezzi e tranquillità».
In Campionato Brescia e Verona sembrano fare una corsa a sé
«Non dimentichiamo il Mozzanica, che può essere il terzo incomodo nella corsa scudetto. Credo comunque che Brescia e Verona, per la loro esperienza e per aver mantenuto l'ossatura della squadra, siano favorite».
E il Tavagnacco?
«Se ingranerà giocando sempre come nella partita contro la Fiorentina potrà diventare scomoda per ogni avversaria. La sconfitta con il Verona, per noi, è stata una debacle che non si ripeterà».
Sei nel calcio femminile dal 1997: com’è cambiato in questi anni il calcio in rosa?
«Da anni si discute sempre delle stesse cose ma non è cambiato molto. La speranza è l’ultima a morire visto che, ultimamente, qualcosa si sta muovendo. Anche se saremo sempre distanti anni luce da quanto avviene nelle altre Nazioni estere. Purtroppo la volontà di fare, tra i vertici del calcio, è poca».
Cosa ti aspetti dalla stagione del Tavagnacco?
«Mi aspetto che la squadra cominci a capire che può fare bene e dire la sua con chiunque. Se riusciremo a sbloccarci, credo che ci sarà da divertirsi».
Hai già pensato a cosa farai a fine carriera? Diventerai allenatrice?
«Non lo so se sarei capace di allenare a causa del mio carattere. Per ora collaboro con il settore giovanile dell’Upc Tavagnacco. Mi vedo ancora giocatrice: per fare il salto in panchina dovrò necessariamente cambiare mentalità».
Ufficio stampa UPC Tavagnacco
Alessandro Cesare cell: 3483731430 mail: alecesare80@gmail.com
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